Sublevel Zero
Mettete DK2 in extended mode ed usate il Direct To rift che trovate nella demo, scaricabile qui.
Questo va giocato col Pad, imho.
Minimalismo puro in questa demo! Ve lo ricordate Descent? Forsaken? No? Siete giovani allora.
Un esperienza sempre diversa
Le mappe di Sublevel Zero, così come la posizione dei nemici, sono procedurali: ad ogni partita saranno create in modo casuale, le stanze collegate tra di loro in modo coerente, i nemici ogni tanto un pò di meno.
Appena fatto partire il gioco vi troverete in una stanza vuota in cui potervi impratichire con i comandi, non proprio semplicissimi:
Notate infatti che i comandi servono per esplorare e difendervi in un ambiente chiuso, in cui avete totale libertà di movimento. Questo vuol dire che vi muovete con l’astronave su tutte le assi, anche verticalmente, mentre siete liberi con lo sguardo.
Se gia vi sta venendo il mal di stomaco, sappiate che questo è un gioco in cui la velocità fa da padrone, quindi non è sicuramente adatto ne a chi è alla prima esperienza con Oculus Rift, ne a chi è a digiuno di videogame in generale!
Mappe ed obiettivi
Premendo il tasto Y si passa alla visualizzazione della mappa tridimensionale, utile per capire dove il nostro obiettivo è nascosto. La mappa è forse l’unico punto in cui si perde un attimo l’orientamento visivo e si rischia un pò di nausea, ammetto però che dopo un pò ci si fa l’abitudine.
Il livello di missili, armi, scudi ed energia sono alla vostra destra e sinistra rispettivamente, non sono sempre visibili all’ occhio immediatamente quindi dovrete controllarli ogni volta, di solito dopo un combattimento. Ammetto che è una sensazione molto particolare dover “cercare” degli indicatori in un astronave che alla fine, non c’è.
I nemici, sopratutto alcuni, son dei figli di mignotta: veloci, letali, e non vi lasciano mai scappare. Ci sono anche Boss!
Pixelart!
Il gioco è tutto minimale, modelli minimali, low poly, così come gli ambienti. Ed è tutto decorato con texture in pixelart enormi, ogni pixel è grosso quanto una casa. Insomma è arcaico ma con stile. C’è un simpatico effetto di distorsione quando si attiva il turbo, ci sono esplosioni pixellose, bonus composti da oggetti che somigliano a pezzi di tetris, è pensato bene nel suo minimalismo.
E’ un esperienza VR completa, un gioco con un gameplay definito ed un approccio grafico interessante. La Ludum Dare non finirà mai di stupirmi, alcuni team sembrano destinati a fare grandi cose.
:Q__ se lo faccio vedere al mio vecchio è capacissimo di andarsi a comprare un Oculus appena gli capita a tiro che i Descent li aveva consumati, giustamente tra l’altro.
Guarda per me è proprio sorprendente: potrebbe essere la volta buona per rilasciarlo, un nuovo Descent. Adesso avrebbe senso al 100%