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I espect you to die

Premessa sulla VR

Attualmente quando parlo di realtà virtuale con i miei amici e/o giornalisti mi ritrovo sempre nello stesso loop di risposte, cioè che l’esperienza VR è troppo complicata, non è per le masse, è troppo complessa per l’utente medio.

C’è un cavo video da attaccare, un cavo elettrico da collegare, due pad wirless da mantenere, cuffie da inserire (tranne per Oculus CV1), telecamere da mettere in posizione. Per tutti, nessuno escluso. Per quanto Playstation VR possa sembrare il più user friendly, Sony di sicuro non ci farà giocherellare troppo con le opzioni, sarà anche quella più entry level: la cosa che rende l’esperienza VR seria diversa da quella fatta con il Cardboard o GearVR è la possibilità di muovere la testa in libertà nel mondo virtuale, anche in profondità; L’utilizzo di Move e PsEye2 abbatterà i costi ma non sono entrambe soluzioni create per la realtà virtuale, infatti il famoso spazio tridimensionale in cui muovere la testa sarà ristretto, molto. Così come non si potrà avere la possibilità di giocare con due visori contemporaneamente.

Constellation e Lighthouse insomma, sono create apposta per un nuovo tipo di tecnologia piuttosto che usare una tecnologia vecchia per qualcosa di nuovo, ed in entrambi i casi, con il setup completo, permettono il movimento in uno spazio 3D reale, non solo della testa.

In effetti se l’utente medio pensa che con gli HMD in arrivo si possa giocare a Call of Duty o Portal si sbaglia di grosso. La domanda è “perchè dovrebbe voler giocare a Call of Duty o Portal in modalità VR?” Apposta per sentirsi male?

Le migliori esperienze, ma anche i migliori giochi, creati appositamente per la realtà virtuale servono a dimostrar che c’è bisogno di inventare nuove soluzioni di interazione, non incastrare per forza idee nate per altri tipi di media, com’è capitato con i device touch.

Faccio l’esempio dei ragazzi di Solirax: Il loro primo esperimento, Sightline (VRjam2013), era un puzzle game basato sullo sguardo, ma aveva anche il movimento da FPS, interessante ma creava ovviamente problemi di panza (vuoi anche per l’estetica particolare dell’ esperienza), gli altri 2 giochi che hanno fatto subito dopo invece centrano il bersaglio, sfruttano l’impossibilità di muoversi fisicamente per creare un mondo virtuale esplorabile con gli occhi (NeosVR) o addirittura giocando con essi (the Chair).

Come dimostrato all’ ultimo Oculus Connect o nelle demo Playstation VR, tutti gli sviluppatori stanno approcciando il problema in modo simile, cercando di sfruttare i limiti dei device VR attuali. Uno su tutti secondo me c’è riuscito, con un lavoro unico che a mio avviso sarà il test da fare quando tutti gli HMD saranno usciti sul mercato (spero esca anche per Playstation VR infatti).

tl;dr: Prima di sparare cazzate sulla VR pensateci 2 volte.

I espect You to Die

Scusatemi se faccio ancora un passo indietro prima di iniziare a parlare di questo prodotto geniale; All’uscita del Wii, Konami (mi viene da piangere ogni volta che scrivo Konami ormai) aveva creato un titolo dal nome Eledees/Elebits in cui si girovagava con visuale in prima persona per dei livelli, cercando degli esserini nascosti dietro a degli oggetti. Tutti gli oggetti si prendevano/tiravano/lanciavano con una fisica basilare che rendeva il caos ancora più divertente. Puntare un oggetto, avvicinarlo e lanciarlo era una mossa naturale, anche se funzionava male a causa della scarsa precisione del Wiimote.

tl;dr: Eledees/Elebits era un gioco figo con un sistema di controllo innovativo che nessuno s’è cacato di striscio, il trailer pare degli anni 90

Quando ho cominciato a giocare IEYTD e mi sono ritrovato con la stessa identica interfaccia di Elebits sono rimasto folgorato, quell’ idea funzionava ancora ed aveva trovato la sua espressione maggiore proprio nella realtà virtuale, grazie alla possibilità di percepire la distanza tra gli oggetti. Ora, la versione per Oculus Rift DK2 funziona con il Mouse, quindi è limitata, immagino che figata deve essere, ad esempio, prendere l’oggetto che vi interessa semplicemente allungando la mano usando Oculus Touch o i controller del Vive (e questo gioco, ribadisco, sarebbe fattibile anche su Playstation VR).

tl;dr: Hanno copiato il sistema di controllo di Eledees/Elebits

A prescindere dall’ atmosfera Noir/Cartoonosa la presentazione di IEYTD è geniale fin dal primo approccio. Nessun menù di selezione “statico” tutto è direttamente collegato all’ esperienza VR, si comincia seduti ad una scrivania, intorno ci sono oggetti con cui interagire, tutti inutili ma è bello sapere che ad esempio si può dare fuoco a qualsiasi cosa presente nella stanza con l’accendino, menù di selezione inclusi.

Quando comincia il gioco vero e proprio sarete all’interno di una berlina, dentro la stiva di un aereo in volo, con del gas velenoso presente nell’ambiente esterno. Il vostro obiettivo è uscire da questa situazione.

Il classico enigma in cui avete tutti gli elementi per risolverlo, se siete abbastanza ingegnosi!

tl;dr: è tipo Gobliiins ma VR

Quello che rende il gioco diverso dai classici enigmi a stanze che tanto ci hanno fatto spremere le meningi in passato è che stavolta c’è da esplorare anche spostando la testa, letteralmente, cercando dietro i seggiolini, sotto il volante, scrutando l’ambiente circostante, mettendo la testa fuori dal finestrino (ma chiudendo subito prima che il gas vi uccida). Siete liberi di fare quello che volete, anche prendere la pistola dal lato passeggero e sparare ai vetri o alla radio! Le meccaniche di gioco senza VR non avrebbero senso, sentirsi all’ interno di un’auto, aprire il cruscotto, spostare la testa prima che un laser vi colpisca in faccia è talmente naturale, immediato, veloce che non sarebbe pensabile con un sistema di controllo da pad o M+T; Significherebbe anche complicare il sistema di controllo aggiungendo i movimenti della testa, compresa di piegamenti, quando invece ora il tutto si controlla con un mouse e la vostra capoccia.

tl;dr: Pensare alla trasformazione di una esperienza VR in un gioco col pad è da fessi

Nella demo dell’ Oculus Connect si è intravista ad esempio un azione che io non sono riuscito a fare, perchè anche questo sistema di controllo, per quanto semplificato, risulta comunque ancora lento: c’è una sezione in cui dovete evitare un laser, potete evitarlo ed aspettare che si spenga o potete sparargli, nel filmato che ho visualizzato il giocatore si è spostato sulla destra, ha preso la pistola al volo ed ha sparato al laser. Un azione di meno di un secondo, naturale, ma che determina una vittoria a livello di interazione senza precedenti.

tl;dr: Vorrei un Oculus Touch ADESSO

Grazie quindi all’ ottima presentazione, alla cura nella grafica, minimale ma stilosa, e nei piccoli dettagli (tipo i necrologi ad ogni game over), alla interazione libera (ho sparato fuori roba col cannone che NON doveva essere sparata fuori) ed alla genialità dell’ enigma presente in questa versione demo per me IEYTD è il perfetto esempio di gioco VR nato per la VR. Il classico titolo che quando avrete a disposizione il vostro HMD sarà d’obbligo far vedere al giocatore smaliziato. Spero vivamente che diventi un titolo con tanti enigmi e tante situazioni divertenti (il vostro supervisore che vi parla dalla radio, molto GlaDOS, è uno spasso) perchè io lo comprerei seduta stante.
Non a caso ha vinto anche il premio come migliore esperienza VR dell’ Oculus Connect.
Schellgames entra ufficialmente nelle software house da tenere sotto controllo stretto! E con l’uscita di Oculus Touch solo nella seconda metà del 2016 c’è tutto il tempo a disposizione per creare qualcosa di più di una demo vero? VERO?!

tl;dr: Al fesso di turno mettetelo dentro uno sparacchione tipo Train Bullet, così non deve pensare.

Barf Level: 0

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I espect You To Die potete scaricarlo direttamente dall’ Oculus Share, se avete un DK2 fatelo SUBITO, sopratutto se come me siete appassionati di 007

Un articolo di the TMO

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per gli amici Timo, è in realtà Marco E. Giammetti, sul pianeta terra dal 1979 e grafico dal giorno prima. Ha cominciato a mettere le appiccicaticce manine sui videogame all’ età di 3 anni con un Vic 20 e non ha più smesso di giocare da quella data in poi, frequentando sale giochi malfamate e rischiando più volte la bocciatura a scuola per tentare di uccidere quell’ ultimo maledetto boss.

29 Settembre 2015
Categoria: Comics, Oculus-Rift-dk2

Commenti

4 risposte a “I espect you to die”

  1. Marco Lago ha detto:

    Ecco. Probabilmente la prima cosa che mi viene voglia veramente di giocare in VR. Questo e Keep Talking and Nobody Explodes (che tanto c’è pure senza VR, basta isolarsi).
    Ma come dici è un prodotto “nuovo”, vedremo il futuro, e per ora la VR non mi tira neanche un po’ :P

    • Marco Giammetti ha detto:

      Ma hai provato qualcosa o è una cosa a prescindere? Perchè magari hai provato la roba sbagliata. Se invece è a prescindere, beh, conoscendoti basterebbe metterti dentro the Chair per cambiare idea o un bel giro su Stack e Pulse.

    • Marco Lago ha detto:

      Non ho provato le mille cose che hai provato tu, ma un po’ (poche) sì.
      Ho provato Loading Human, ho provato delle demo di montagne russe, e cose dove stai fermo e subisci.
      In generale patisco l’alienazione che mi provoca l’essere isolato dal mondo (è un problema mio, non ce la faccio) e quindi apprezzo poco.

      Ma un’idea come questa—dove l’alienazione è parte integrante del gamplay—implementata bene, mi interessa provarla, proprio perché non è la “solita cosa”.
      Sono curioso di provare Redout, e Blind, in VR (ma non l’ho ancora potuto fare).

      E, appunto, se il gioco VR esite perché è un’esperienza altrimenti non fruibile nella sua essenza, la cosa mi è giustificata e attraente. Altrimenti, IMHO, è una buzzword.
      Non parlo di complessità, ma condivido il pensiero che non è (ancora) per le masse.
      Solo che al momento ci si lavora più per salire sul carrozzone che non per innovare. Sempre IMHO.

    • Marco Giammetti ha detto:

      Capisco. É interessante l’esempio redoutd in VR: non è un gioco studiato attorno a questo media, é fruibile anche come gioco classico. Un po’ come Radial-g, quello è salire sul carrozzone, cioè mettere una modalità VR a prescindere. Studiare invece un modo di giocare nuovo, interagire in modo completamente innovativo, muoversi in un ambiente virtuale ed in generale in modo intelligente (esempio) come tutta la line-up playstationVR, é figlia di un lungo processo di studio. Così come tutti gli sviluppatori indie che già nel 2013 avevano fatto qualcosa di innovativo ed unico senza guadagnarci mezzo euro (come al solito). Io penso che sia una rivoluzione, poi che le masse non siano pronte, dal mio punto di vista é pure meglio, perlomeno ci sarà più tempo a disposizione per innovare e meno per frignare. ;)

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