#Gamescom – Call of Duty:Advanced Warfare
Tra i titoli che abbiamo avuto modo di giocare non poteva mancare la nuova incarnazione di Call of Duty. La lunga sessione di gioco si è concentrata sulle modalità multiplayer offerte dal titolo.
Abbiamo cominciato con la modalità più classica: team deathmatch, seguita da controllo, modalità in cui ogni squadra deve mantenere il più a lungo possibile il controllo di una sezione della mappa per fare punti, capture the flag, dove rubare la bandiera avversaria difendendo la propria è la chiave per la vittoria, ed infine una interessante modalità in cui lo scopo era fare goal nella porta avversaria.
Se le modalità di gioco non brillano per originalità la creazione delle classi custom offre invece degli spunti interessanti. Ogni classe ha infatti un numero limitato di punti da spendere per abilità passive, accessori per armi, granate o bonus nelle killing spree. Trovare la combinazione perfetta diventa quindi, non più scegliere le proprie abilità o armi migliori, ma bilanciare le proprie scelte in modo che si avvicinino il più possibile al proprio stile di gioco (per un bonus passivo in più saremo costretti a rinunciare a una granata per esempio, e sempre necessario rinunciare a qualcosa per completare la classe).
Advanced Warfare offre inoltre un nuovo tipo di abilità attiva che modifica radicalmente lo stile di gioco: dall’occultamento, che rende quasi invisibili; ad uno sprint più veloce; ad un jetpack che permette salti prolungati. La maggiore soddisfazione però è stata per me l’utilizzo di uno scudo in grado di fermare la maggior parte dei colpi frontali accompagnato da fucile a pompa da one-shot-one-kill: avvicinarsi in sicurezza per poi poi uccidere all’istante (peccato che lo scudo avesse un numero di cariche limitato).
La sessione di gioco ha mostrato un titolo che rimane attaccato alle origini della serie cercando di offrire un esperienza più dinamica nel gamplay e più bilanciata nella costruzione delle classi.
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