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Bound

Bello ma non abballa

Bound

Bound è un gioco che urla “sono un gioco per ps4” lontano chilometri. Così devono averla pensata anche quelli di  Santa Monica Studios, come per Journey e The Unfinished Swan ed altri giochi che fanno dell’estetica un punto di forza, sembrava pronto per prendere le redini del PSN.

Se non fosse uscito ABZU (che sto giocando) e se non fosse che a Bound manca proprio il concetto di Gameplay.

La metefora e lo spiegone visuale: ovvio che non spoilero niente, mica siamo su vg247

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La storia di gioco viene narrata in 3 modi: il mondo della “principessa” altro non è che una metafora di situazioni passate e la sua essenza a forma di “cubo” deriva dal fatto che questi ricordi sono legati a dei disegni su un foglio a quadretti; ci sono i Flashback, servono per spiegarvi con una visuale in prima persona cosa sta succedendo; c’è la parte in cui si muove il PEGGIOR PERSONAGGIO POLIGONALE MAI VISTO AL MONDO su una spiaggia, che fa anche da Hub per i livelli.

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Fermiamoci un attimo e parliamo proprio di questa sezione: com’è possibile che un gioco che fa dell’ aspetto un punto di forza avere il personaggio principale con una faccia così generica e decisamente brutta? Ma non brutta d’aspetto, come se fosse una brutta ragazza, è proprio brutto il modello! E non mi capacito, visto che gli altri modelli “umani” sono stilizzati in modo simile, ma non sono assolutamente così brutti!

Cmq… il personaggio principale è brutto, però è incinta, quindi diciamo che c’è speranza per tutti.

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Il gioco che non c’è

Spero che tutti i lettori abbiano giocato almeno una volta a Prince of Persia 2008, quello fico con un sacco di dialoghi e zompi a destra e a manca che non portano a nulla ma almeno si zompa (sembra anche la descrizione di Uncharted! :V #trollface) Perchè Bound ha uno dei problemi di quel titolo, cioè il lag nei controlli.

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Ogni azione non può essere stoppata cliccando un altro pulsante, bensì bisogna attendere la fine dell’ animazione, che parte anche in ritardo a volte, per riprendere il controllo della situazione.

Succede anche col salto, sopratutto quando si “muore” (il gioco non permette di perdere, proprio come POP2008) e bisogna attendere che la principessa faccia tutto il teatrino per rialzarsi.

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Questa situazione comporta che l’unica feature del gioco, cioè il ballo, non abbia nessun tipo di controllo da parte del giocatore, che si limita a premere i pulsanti a caso per attivare in pratica una difesa. La prima volta è anche carino concatenare i passi, poi ci si accorge che basta farne anche sempre uno e non cambia niente.

Peggio ancora, una volta attivato il ballo, non avete nessun tipo di ostacolo. E quando dico nessuno, mi riferisco che anche le sequenze stealth vengono annullate! Se prima dovevate nascondervi bastano due saltelli e una corsa per far si che il nemico che vi assalta sia inesistente.

Mandando a mignotte tutto il lavoro del level designer, anche.
Finendo un livello potete ritornare all’ hub di gioco seguendo un percorso a ritroso su di un nastro. Bello, davvero, anche se non serve a niente.

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Potete disattivare i “bordi” del gioco che vi evitano di cadere dalle piattaforme, ma questo vuol dire che passere più tempo ad aspettare che si rialzi la principessa ogni volta che cadete piuttosto che giocando.

Un ultima cosa, la risoluzione del gioco. Non ho capito se per giocare con la parola “bound” in diversi modi ma il gioco presenta delle barre nere laterali e superiori che potete vedere anche negli screenshot che ho postato: non si possono togliere. Se qualcuno trova un modo, vi prego me lo faccia sapere, perchè giuro che ho guardato ovunque.

Cosa buone dal mondo

Mi fa incazzare che la parte di gameplay sia stata messa a soqquadro da scelte veramente incomprensibili perchè Bound ha con se la migliore telecamera mai concepita in un videogame: non perderete MAI di vista il personaggio principale, perchè se il mondo di gioco ostruisce la visuale semplicemente il mondo di gioco si sgretola, si apre e vi permette di continuare a giocare.

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Questa trovata è geniale, sopratutto perchè sarà figlia del fatto che Bound è compatibile con PSVR, quindi avere una telecamera montata sugli occhi che “apre” il mondo ogni volta che ci si avvicina con la faccia è perfetto, direi pionieristico, permettendo di non dover nemmeno per forza di cose ricorrere a strani giochi di telecamere come, ad esempio, in Lucky’s Tale per Oculus (si lo so che non ne ho ancora scritto, datemi tempo).

Un altro aspetto fenomenale è il photo mode: il migliore che abbia mai visto, un sacco di opzioni, attivabile SEMPRE durante le fasi di gioco e, una volta finito il gioco la prima volta, anche applicabile al gameplay.

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La principessa poi si presta particolarmente grazie alle sue movenze ed a come interagisce con il mondo di gioco. Ha le mutande, ve lo dico, così non sprecate tempo.

Un peccato

Il fatto è che Journey ti lascia qualcosa. E si lascia rigiocare anche. Ed è talmente strapieno di significati nascosti e di cose da vedere che pare ogni volta la prima volta. Bound ci si scontra direttamente, perdendo, non tanto dal lato artistico, che l’idea era più che buona cazzarola, ma da quello del gameplay puro, che non è detto che debba passare in secondo piano, anzi. Uno spreco ENORME di potenziale.

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Probabilmente la versione PSVR avrà leggermente più senso, fosse solo per la possibilità di guardarsi intorno liberamente mentre si gioca e grazie al tipo di gameplay “guidato” potrebbe valere di più come esperienza VR in se… ma anche in questo caso, dove sta scritto che una esperienza VR non possa essere anche divertente?

5

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Un articolo di the TMO

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per gli amici Timo, è in realtà Marco E. Giammetti, sul pianeta terra dal 1979 e grafico dal giorno prima. Ha cominciato a mettere le appiccicaticce manine sui videogame all’ età di 3 anni con un Vic 20 e non ha più smesso di giocare da quella data in poi, frequentando sale giochi malfamate e rischiando più volte la bocciatura a scuola per tentare di uccidere quell’ ultimo maledetto boss.

19 Agosto 2016
Categoria: Comics, Review

Commenti

Una replica a “Bound”

  1. Lucacat ha detto:

    quella zoccola incinta, ha spezzato la poesia.

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