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Vive – Prova generale

Quando ho dovuto spiegare cosa si prova ad usare Vive il primo esempio che mi è venuto in mente è stata la Sala Ologrammi di Star Trek – Next Generation. Per chi non lo sapesse, la sala permetteva di vivere esperienze dirette realistiche toccando con mano un mondo fatto di pura energia e massa.

Vive non è assolutamente paragonabile ma è in assoluto il primo visore casalingo che ci permette di interagire con un mondo virtuale, il primo che è nato appositamente per poter camminare in uno spazio che non esiste.

The Lab, il gioco gratuito che Valve ha rilasciato assieme all’uscita del visore è una fucina di esperienze che permettono di comprendere al meglio questa esperienza, sopratutto l’apertura: Ritrovarsi su un Vesper Peak, un monte poco distante da dove gli studi Valve sono situati è un esperienza incredibile, il poco movimento possibile nello spazio designato dalla room scale, il potersi anche stendere sul pavimento o saltare o prendere un bastone e lanciarlo lontano per farlo riportare al Cane Robot della Aperture (vera mascotte della VR, è bellissimo) apre in pochi secondi la mente a cosa ci aspetta per il futuro, se si pensa che questo è il primo passo soltanto.

Adesso mi sposto li, vado sotto la scrivania e prendo quella tazza

Ci sono diversi “trucchi” nella VR per evitare la motion sickness, uno di questi è il teletrasporto. Non pensavo funzionasse così bene, puntare un area calpestabile con un mirino che ha la forma esatta della Room Scale è invece non solo intuitivo ma anche funzionale.

Il “mind fuck” moment arriva quando cercherete di andare sotto gli oggetti, scrivanie, mobilia varia, abbassandovi o cercando di aggrapparvi alle stesse. Perchè non esistono, non è la sala ologrammi vera, è solo un gioco. Potrete passarci anche in mezzo, glitchando tutto, ma non lo farete, eviterete in tutti i modi di farlo.
The Lab funziona bene perchè è un enorme giocattolo interattivo, pieno di cose da lanciare, da guardare e da toccare.

Ha un sacco di dettagli che rendono soltanto stando dentro Vive, la Spectator Camera, utilissima per chi sta fuori dal Vive stesso anche solo per guidarvi, non rende l’idea assolutamente di quello che il giocatore sta provando.

Provare le stanze “segrete” con i prototipi di Vive, sopratutto la seconda, è molto particolare: avevo voglia di andare in giro per davvero e mi aspettavo che da un momento all’altro entrasse qualcuno dalla stanza, complice anche l’ottimo sonoro.

La merda è bella

Prendiamo ad esempio Audioshield: guardato dal giocatore esterno è un gioco del cacchio, brutto da vedere e con delle sfere 2D che arrivano verso il giocatore, in uno spazio virtuale pure bruttino con una texture e mezzo nel migliore dei casi.

Dentro al Vive invece è un esperienza gasante, con un sacco di atmosfera e quelle palline rosse, blu e viola sembrano la cosa più minacciosa di sempre. Perchè? Semplicemente perchè Audioshield è un gioco pensato per la realtà virtuale, non per gli spettatori e non per essere giocato con un pad o una tastiera.

E’ la prova che anche quello che sembra la peggio Merda può diventare una esperienza grandiosa se ragionata con la realtà Virtuale in testa. Space Pirate Training è un altro esempio, un gioco che non avrebbe senso nemmeno, una semplice shooting gallery che invece automaticamente diventa uno spasso esagerato, sempre per lo stesso motivo.

Assuefazione

Con il tempo questi giochi così semplici andranno sempre di più sfumando, la realtà dei fatti è che qualsiasi cosa di nuovo, qualsiasi esperienza attualmente disponibile risulta grandiosa non essendo mai stata provata prima.
Un Job Simulator è divertente perchè è casinista. E’ approssimativo certo, ha un sacco di difetti ma è pur sempre un esperimento, un esperimento che funziona e che permette di fare cose che prima non erano mai state fatte.

Cercare invece di forzare il videogame classico in questa esperienza potrebbe essere la peggiore stronzata che possa venire in mente ad uno sviluppatore. Ed infatti spero vivamente che nessuno si azzardi a creare un FPS classico con questa tecnologia, sarebbe alquanto idiota, ci vuole qualcosa di nuovo.

Ma come ho detto, già adesso anche la Merda, se fatta con criterio, è la miglior Merda possibile.

Un articolo di the TMO

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per gli amici Timo, è in realtà Marco E. Giammetti, sul pianeta terra dal 1979 e grafico dal giorno prima. Ha cominciato a mettere le appiccicaticce manine sui videogame all’ età di 3 anni con un Vic 20 e non ha più smesso di giocare da quella data in poi, frequentando sale giochi malfamate e rischiando più volte la bocciatura a scuola per tentare di uccidere quell’ ultimo maledetto boss.

30 Aprile 2016
Categoria: Comics, HTCVive

Commenti

Una replica a “Vive – Prova generale”

  1. kingkilium ha detto:

    Hai spiegato molto bene la questione, e mi hai hypato un bel po’ su questa VR una strip dopo l’altra ^^
    A questo punto aspetto un bel confronto tra Vive ed Oculus :Q_
    Per fortuna non ho un pc idoneo, quindi non corro il rischio di lanciarmi in acquisti folli XD

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