Watch Dogs
Il gioco che più aspettavo per queste nuove console. Il prodotto che bramavo dal primo video all E3. Il nuovo franchise che avrebbe dovuto rivoluzionare gli open world. Il videogioco per cui il mio hype era davvero alto.
Cominciamo con la recensione va…
W_D è la storia di Bietolo (il vero nome del protagonista sarebbe Aiden, ma lo spessore del personaggio ricorda il simpaticissimo tubero in questione, per tanto mi riferirò ad Aiden come Bietolo), abilissimo hacker / fixer / (non ho capito bene che fa nella sua vita ma è un qualche tipo di criminale) che, in seguito ad un fallito attacco alla sua persona (costato la vita ad un suo familiare) decide di diventare un vigilante pronto a ripulire la feccia che infesta Chicago. E lo farà rubando auto, derubando passanti, giustiziando ladruncoli da 4 soldi e causando una serie infinita di incidenti stradali e migliaia di dollari in danni. Coerenza e responsabilità sono ciò che gli ideatori del gioco volevano comunicarci con questo prodotto.
La storia di W_D è decisamente blanda, tutto cio che dovrebbe essere un colpo di scena è telegrafato con largo anticipo e non c’è nulla che spinga ad andare avanti su quel versante. I personaggi sono anonimi (tanto che li ricordo come Bietolo, sorella, cappello, tatuaggella, fattone e Jacks. L’ultimo lo ricordo solo perchè è lo slang irlandese per il cesso) ed i dialoghi sono viscosi e pacchiani, per la maggior parte composti da frasi fatte e reazioni del tutto inumane alle situazioni. I doppiatori hanno fatto un lavoro decente con il materiale che gli è stato affidato, ma c’è un limite a ciò che si riesce a trasmettere con la recitazione quando la materia prima è decisamente MEH.
MA è in questo passaggio che per primo si nota uno dei maggiori problemi della produzione, ovvero la dualità del prodotto. Alcuni passaggi sono davvero ben scritti e recitati, evidentemente creati da qualcuno che al progetto ci teneva. La sensazione è che la storia originale fosse migliore e più coinvolgente, ma che poi mamma Ubisoft abbia deciso di anonimizzare tutto in nome del politicaly correct lasciando solo parte della creatura originale, che in determinati passaggi lotta per uscire allo scoperto per poi venir ricoperta da litri e litri di Fizzy Cola del discount, quella roba dolciastra ed anonima che ci si ritrova a bere alle feste dell’oratorio.
Comunque, dicevo, la storia di Bietolo prevede il fatto che tutto in Chicago viene collegato alla potentissima rete CtOS a cui lui e circa 3000 altre persone hanno accesso tramite le loro enormi Sk1LLz k0n 1 k0Mp|_|T3rz e che in teoria dovrebbe portare sicurezza e tranquillità ai cittadini. Il tutto è ovviamente una mega cospirazione governativa per rubare le informazioni private dei cittadini e farci la Roba_Malvagia™, ma i nostri protagonisti non vogliono che questo succeda, infatti si mettono loro stessi a fare la Roba_Malvagia™ così che il governo non possa più farlo. Corenza e responsabilità, dicevamo.
Una piccola nota a parte, quando Bietolo assume l’identità del vigilante (tirandosi su la sciarpa e basta. cammuffamento imparato da Clark Kent) il suo nome sarebbe “La Volpe”, che giocato in spagnolo deve essere fantastico, visto che Volpe = Zorro.
Spero che abbiano incluso questo costume:
anche perchè quello originale fa davvero pena. Tanto per dire, la polizia di Chicago potrebbe benissimo arrestare Bietolo cercando l’unico adulto in tutta la città che ancora non ha imparato ad abbottonarsi la giacca. È anche interessante notare come nessun negozio di abbigliamento venda altro che quel cappotto e quell’orribile cappello da baseball, ma nessuno nel mondo di gioco lo indossi. Brutta cosa la crisi.
Premi Quadrato per hackerare.
Ed eccoci arrivati alla giocabilità. Il gioco si presenta come un Open World di “nuova” concezione, post San Andreas direi, ma senza avere la classe o l’originalità dei capisaldi del genere (uno su tutti Sleeping Dogs. Dovendo copiare da altri giochi, almeno copiate da giochi belli). Anche qui si presenta la dualità del prodotto: l’idea della città connessa al nostro telefono è ottima, ma la realizzazione è blanda. Il tutto si riduce a premere un tasto per fare praticamente tutto ciò che è legato all’hacking. Il sistema di sparatorie è ben fatto ed impegnativo al punto giusto, ma le armi sono praticamente tutte uguali. Il sistema di guida è pessimo per quel che riguarda la maggior parte dei veicoli, ma le moto sono divertentissime da usare. Le missioni secondarie sono tantissime ma tutte uguali ed estremamente noiose. D’altro canto le ricompense per le suddette sono completamente inutili, quindi non c’è bisogno di farle.
La parte più comica del gioco:
La polizia. Dopo aver giocato a W_D ho capito come era possibile per la mafia avere un controllo così marcato su Chicago. I poliziotti sono completamente inutili. La maggior parte degli inseguimenti si riducono inevitabilmente in una copia spudorata della famosissima scena di Blues Brother
senza contare che il Chicago PD non ha barche in dotazione. Per tanto possiamo sterminare un intero quartiere a colpi di granate, poi ci basterà salire su di una barca e guidare al largo per far si che tutto sia perdonato. Almeno in GTA dovevamo nasconderci in casa…
Ma il problema più grosso riguardante la giocabilità è come il tutto sia affidato al caso. Per intenderci, ci sono alcune missioni in cui dobbiamo raggiungere determinate posizioni senza che le auto della polizia ci scoprano. I poliziotti sono irrimediabilmente attratti verso la nostra posizione, ma sono generati in maniera casuale. Questo vuol dire che saremo costretti a ripetere la missione fino a che il gioco non genera i poliziotti in maniera tale da lasciare una strada percorribile. Stessa cosa per le sparatorie. Talvolta i nemici sono ovunque attorno a noi, talvolta avremo modo di posizionarci bene e falciare ondata dopo ondata di anonimi fantaccini; se vogliamo fermare i poliziotti ma non perdere troppa reputazione possiamo gambizzarli invece che ucciderli, mafiosamente simpatico.
L’idea che le partite siano completamente affidate al caso fa ondeggiare il gioco fra il noioso ed il frustrante. Ci sono alcuni passaggi divertenti, ma in genere la formula è sempre la stessa: cercare una telecamera, idendificare i nemici, far esplodere le tubature attorno a loro, terminare il lavoro presentando ai mob il lato coi buchi del fucile a pompa. 90% del gioco è tutto lì.
Rieptitivo, poco originale, noioso.
Eppure c’è potenziale sotto tutto questo. Alcune missioni sono ben studiate, il giusto dosaggio di scripting ed open world, impegnative e varie al punto giusto fino a che “Premi quadrato per vincere”.
“Inserire rant sulla grafica post E3.”
Il comparto tecnico.
Quasi tutti avranno letto opinioni, fatti, prove, articoli e di tutto e di più a proposito della grafica presentata all’E3 e poi downgradata. Non spenderò altre inutili parole su quanto sia deprecabile un tale comportamento, ma vi dirò in tutta onestà che, downgrade o non downgrade, il gioco è molto bello a vedersi.
I modelli poligonali sono ben fatti, gli effetti di luce ottimi, praticamente nessun pop up, framerate abbastanza stabile, graficamente molto gradevole. Peccato solo per ciò che affligge la maggior parte dei giochi moderni, ovvero la palette di colori grigio-marrone che dipinge la maggior parte degli ambienti. Va da se che essendo ambientato in città il gioco non poteva essere rosa a pallini, magari un po’ meno realismo e colori un po’ più accesi non avrebbero guastato.
Dal lato del sonoro abbiamo un doppiaggio di buon livello, attori in gamba e voci azzeccate peccato per i dialoghi in se; non ho apprezzato per nulla la colonna sonora. Intanto proporre un gioco open world senza stazioni radio al giorno d’oggi è quantomeno ridicolo, è una di quelle cose che fanno sentire vivo il mondo di gioco, basandolo su di una città reale sarebbe stato facilissimo pagare due o tre dei famosi conduttori radio della città per fargli registrare qualche linea di dialogo. Come seconda cosa, le canzoni sono davvero poche e per di più vanno sbloccate hackerando passanti. Ho passato buona parte del gioco a spegnere la radio delle varie macchine.
Multigiocatore
Avete presente quando un gioco è stato creato per essere single player? Sapete quando il multiplayer è una componente non solo inutile, ma addirittura irritante in un gioco? Ecco, questo è W_D multigiocatore.
Sempre sull’onda del “copia copia che è bello” Ubisoft ha deciso di attingere a piene mani da quei capolavori che sono i giochi della serie Souls, aggiungendo la possibilità di venire “invasi” da un giocatore rivale il cui scopo è una intensissima partita a nascondino. L’invasore si deve nascondere da qualche parte e noi dovremo rintracciarlo all’interno di un’area marcata sulla minimappa. Se non lo rintracciamo in tempo succederà la Roba_Malvagia™, ovvero niente in assoluto, se non che abbiamo perso tempo. La componente è così noiosa che, ad ogni invasione, cercavo nuovi modi per essere assolutamente noioso. Il più efficace si è rivelato il cominciare a sparare granate a tutte le auto, oppure salire su una moto ed usarla per schiantarmi ad altissima velocità contro un palo.
Ah, si possono fare anche delle corse in macchina, ma il sistema di guida è tale che preferirete operarvi una verruca sul piede con un cacciavite spuntato.
Traendo le conclusioni, il gioco di per se non è tutto da buttare. Ci sono alcune ottime idee realizzate malissimo ed alcune buone idee realizzate ottimamente. C’è un sacco di margine di miglioramento. Ai creativi andrebbe lasciata più libertà e ci vuole il coraggio di abbandonare Bietolo (o rivoluzionarlo completamente) e di intraprendere strade meno battute.
Nonostante tutto il gioco si merita un
Bietolo :V