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Suzuki & Shenmue – Storie, speranze, speculazioni

Ci fu un uomo che negli anni 80/90 si dilettò a fare la storia dei videogiochi. E’ un giapponese nato nel 1958. A mio parere è la personalità più importante della storia di questa industria. C’è chi mette su un gradino più alto Shigeru Miyamoto, ma non mi trova affatto d’accordo. Yu Suzuki l’ho sempre considerato migliore, un po’ perchè con i suoi giochi la SEGA è riuscita a fare concorrenza ad un mostro sacro come Nintendo sul mercato delle home console, un altro po’ perchè Suzuki ha sempre spaziato molto di più per quanto riguarda i generi delle sue creazioni. Lavorare su titoli che vanno da Space Harrier a Shenmue passando da Virtua Fighter/Racing/Cop, mantenendo in tutte le occasioni degli standard altissimi è quasi inumano.

Un giorno decise di sfruttare la licenza Ferrari ottenuta da SEGA, e ci costruì sopra un arcade più simulativo di tante altre acclamate produzioni odierne (senza contare cosa tirò fuori tecnicamente con quel gioco dal povero Dreamcast). Colui che con Shenmue ha precorso i tempi di ciò che oggi ammiriamo con la bava alla bocca, ma che molte volte (quasi sempre) non è “completo” come lo era il suo ultimo grande capolavoro….si può sapere che cavolo di fine ha fatto?

In realtà si sa che fine ha fatto, ma non è possibile che uno come lui sia relegato in un angolino con la sua YS Net Inc a fare microproduzioni free to play per smartphone. Se c’è gente al limite della decenza (e non faccio nomi per non cadere nella ripetitività, ma chi mi conosce sa) che fino a ieri godeva ancora di tantissima fiducia nonostante facesse il 0,5% delle cose che prometteva, o altri ancora che continuano a riproporre lo stesso gioco da mesi e mesi spacciandolo come nuovo, com’è possibile che nessuno voglia mettere in mano a quest’uomo dei mezzi decenti per creare videogiochi? In questa industria, quella attuale, volete che uno come Suzuki non riesca a fare qualcosa che vada al di sopra della media, magari anche di poco?

Piccolo aneddoto: ero in pieno playthrough di The Last of Us, e non so per quale motivo mi venne una voglia insana di rigiocare Shenmue, così una sera ho ri-montato e ri-acceso il Dreamcast (mollando quasi alla fine TLOU) dopo più di tre anni: l’ultimo disco di Shenmue II era ancora nella console. Swap immediato con il primo disco del primo capitolo e accensione. Tralsciando il fatto che giocare con l’ultima console SEGA ti riconcilia col mondo a prescindere dal titolo, mi sono goduto per la terza volta ogni poligono del capolavoro firmato da Yu Suzuki, e ho avuto l’ennesima conferma che Shenmue è senza dubbio il mio gioco preferito per eccellenza, con la sua storia intensa, l’OST splendida, l’esplorazione, l’azione dei combattimenti e la libertà: non c’è un altro gioco nella storia che riesce a legare tutti questi elementi in modo così omogeneo e naturale senza cadere nella ripetitività, grazie anche al ritmo praticamente perfetto con il quale queste sessioni si alternano.

Proprio poche ore fa, Yu Suzuki ha tenuto un postmortem sul suo capolavoro (se fate i bravi e continuate a leggerere troverete il video!). Un talk che in tantissimi aspettavano -chi per una ragione, chi per un’altra- e che non ha deluso le aspettative di chi ammira quest’uomo e ama le sue opere, ma vi dirò di più: anche per chi aspettava un annuncio o un cenno sulla resurrezione di Shenmue non può e non deve essere deluso. Vedremo poi il perchè, ora andiamo con ordine altrimenti mi perdo.

La maggior parte delle persone e dei fan di Shenmue sanno che il progetto doveva essere un RPG di Virtua Fighter con un giovane Akira come protagonista, e che sarebbe dovuto uscire su SEGA Saturn. In realtà, il primissimo prototipo del gioco era intitolato “The old man and the peach tree“, ovvero “Il vecchio ed il pesco“.

Questa fu la vera base di Shenmue: un protagonista di nome Taro alla ricerca di un certo “Master Ryu”, e un maestro di arti marziali che gli promette di svelare il luogo in cui trovarlo solo dopo aver ricevuto in cambio una pesca. La prima volta, il protagonista ritorna con una mela, ma il maestro gli chiede ancora una pesca. Alla fine dei giochi, mentre il protagonista sta tornando dal maestro e vede quest’ultimo circondato da bambini mentre lancia delle pietre piatte nell’acqua di un lago, e ogni volta che queste toccavano la superfice un pesce veniva a galla a pancia in su. Fu così che il protagonista capì che “Master Ryu” era in realtà colui che lo ha mandato in giro a trovagli una cavolo di pesca.

Con i risultati avuti da questo prototipo, Suzuki era pronto a pianificare il suo primo gioco per una home console, e l’idea era quella di sfruttare il brand di Virtua Fighter per creare un RPG che avesse Akira come protagonista. Un Akira giovane, che per vendicare la morte del padre intraprende un viaggio che lo porta in Cina alla ricerca dell’assassino. Il motore grafico sarebbe dovuto essere lo stesso di Virtua Fighter, ma con battaglie 1 vs many, e vennero stabilite le linee guida di realizzazione

Lo sviluppo continuò, e venne scritta la storia in 11 atti, pronti per essere messi insieme e farne godere a tutti i possessori di SEGA Saturn. Ma poi SEGA fa sapere all’AM2 che sta per essere sviluppata una nuova console, ed il progetto venne immediatamente spostato sulla macchina più potente. Suzuki ipotizza quali potessero essere le specifiche della nuova console e comincia a studiare il progetto DA ZERO in modo da renderlo ancora più grande.

Il cambio di hardware influì moltissimo, addirittura sul nome del gioco: Da Virtua Fighter RPG – Akira’s Story, Suzuki decide di chiamarlo Shenmue. Molla insomma uno dei tantissimi brand che portano la sua firma (il più importante di quell’epoca, probabilmente) per dare a SEGA e al suo Dreamcast una nuova IP in modo da sfruttarne i vantaggi che ne sarebbero conseguiti. Da qui nacque il gioco che tutti conosciamo e l’ultimo lavoro di Suzuki, o quantomeno l’ultimo importante, in quanto pochi anni dopo il Dreamcast morì (e SEGA con lui ndR).
La fanbase di Shenmue però sembra essere ampia, e sta ancora aspettando e sperando nell’uscita del terzo (e conclusivo) capitolo di questa storia straordinaria.

Non è un segreto che anche Suzuki vorrebbe portare a termine il suo lavoro, ma di speranze ne ha sempre avute poche, in quanto i diritti sul marchio sono ancora in mano a quel che resta di SEGA. L’occasione di avere ulteriori informazioni sulla sua volontà è arrivata anche nella sessione Q&A del postmortem, dove a precisa domanda “Quando uscirà Shenmue III?”, la traduzione della risposta di Suzuki è stata un laconico “dot dot dot“, da intendere come un “…” (non so rispondere/non posso rispondere).Dopo il postmortem, tale Ali Novin sembra essere riuscito a parlare con Mark Cerny (architetto di PS4 e traduttore “speciale” del postmortem) e sembra che quest’ultimo gli abbia detto che Suzuki sta cercando fortemente un publisher che lo aiuti a chiudere la storia, e da quello che ha capito il terzo capitolo di Shenmue è il più grande dei tre, motivo per il quale ha tutte queste difficoltà.

Dopo queste parole mi è tornata in mente una risposta di Tony Warriner (Revolution Software) quando lo abbiamo intervistato, dove diceva che la lunga pausa del team derivò dal fatto che “era molto difficile per dev team piccoli o medi ottenere accordi che valesse la pena accettare“, e il problema di Suzuki potrebbe essere proprio questo: c’è un publisher disposto a finanziarlo SENZA mettere dei paletti o limiti a ciò che dovrebbe essere Shenmue? Non si sa, quello che personalmente spero è che non scenda a compromessi con nessuno.

I fan però posso aiutare, e lo stanno già facendo: su Twitter c’è una maratona (Tweetathon) il terzo giorno di ogni mese, dove chi ha a cuore il futuro della saga manda un Tweet indirizzato a SEGA, a famosi publisher e ai produttori di console con l’hashtag #SaveShenmue (che ha sostituito #GiveYuTheShenmueLicense) , e a dire la verità sta riscuotendo parecchio successo e visibilità (il 3 Marzo, detto hashtag ha raggiunto la bellezza di quasi 10 milioni di persone), tanto che molte personalità dell’industria l’hanno notata. L’iniziativa è partita da un gruppo chiamato Team Yu che oltre ad avere ideato questa maratona, segnala a tutti i fan i vari sondaggi dove Shenmue e/o qualsiasi aspetto del suo universo ha bisogno di voti.

Lo scorso Marzo intanto (esattamente un anno fa), un organizzatrice della GDC Twittò questa cosa qui:

Quello alto è proprio Mark Cerny, mentre l’altro è la madre (cit.) dei videogiochi Yu Suzuki. Nel Tweet, la CEO della GDC dice: “Mark Cerny & Yu Suzuki parlano delle strategie per Shenmue III. Sul serio ragazzi”.

Considerando i rumor che escono da anni su ‘sto fantomatico Shenmue III, molti non gli hanno creduto. Eppure dubito che una personalità del genere se ne esca con una burla simile. Poi magari è uscita la smentita, ma io in rete non la trovo, quindi voglio crederci, e a costo di fare la figura del cojone (tanto pe’ cambià), vorrei unire a questo speranzoso Tweet alcuni fatti che alimentano la speranza di tornare nei panni di Ryo Hazuki quanto prima:

– Sembra che SEGA abbia già pronti i remake dei primi due capitoli, ma pare che li stiano tenendo nel cassetto;

– Sony ultimamente sembra dare molto peso alle volontà dei giocatori, come dimostrano una serie di iniziative. Tra queste, un’operazione abbastanza ampia è stata affidata al Director delle produzioni Third Party di SCE, tale Gio Corsi, che ha chiesto a tutti i videogiocatori iscritti a Twitter quale brand avrebbero voluto rivedere sulle nuove console usando l’hashtag #BuildingTheList, e Shenmue è stato uno tra più cinguettati;

– Mark Cerny è un uomo chiave di Sony;

– C’è un video che prepara i giapponesi al lancio di PS4, e a 0:16 secondi e 0:25 secondi compare qualcosa che potrebbe riportare alla produzione di Suzuki (lascio a voi scovare l’indizio)
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Volendo, un filo conduttore che unisce tutti questi punti ci sarebbe, ma non ci voglio pensare altrimenti andrei in una non giustificata frenzy mode, anche perchè quel cinguettio di Meggan Scavio poteva semplicemente essere una trovata di marketing in ottica futura (anche se ne’ Suzuki ne’ Cerny hanno mai smentito).

Shenmue è uno dei pochi giochi in cui l’ambizione del creatore è tutta nello schermo e nel pad, senza grandissimi tagli dovuti ai costi e al tempo di sviluppo. Ambizione che purtroppo ha contribuito al fallimento di SEGA, che da quel momento è MORTA (e lo è tutt’ora). Il non “tagliare” le ambizioni di Suzuki, ha portato dunque ad una ben peggiore ghigliottinata generale che ha ovviamente tranciato di netto anche l’ultima parte della favolosa storia di Ryo Hazuki, e di quello che è il mio prototipo di gioco perfetto.

Cosa potrebbe fare Yu con una macchina next-gen? Un’idea potremmo farcela con la lettera pubblicata sul sito del suo team, che riportiamo qui tradotta in italiano dal giapponese grazie ai potentissimi e costosissimi mezzi che tutto il mondo ci invidia:

“Mi piacciono le macchine, le moto, gli orologi, il vino, i quadri, il biliardo… Vi chiederete perché non cito i videogiochi. Non è che non mi piacciano, è che il mondo reale è più divertente e mi rimane poco tempo per giocare. Però i videogiochi mi piace crearli. Il momento più bello, quando creo videogiochi, è quello della scoperta. Il divertimento sta nel superare i limiti ed escogitare nuove modalità di gioco, per offrire un prodotto valido a tutti gli utenti. Insomma, creare è divertente, ma la cosa davvero meravigliosa è vedere che le persone scelgono i nostri giochi. Questo è il motivo per il quale non smetterò mai di fare videogame.”

Eccovi il postmortem, compreso di sessione Q&A!

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Sognare non costa nulla, dunque buonanotte.

Un articolo di Er Pupo

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Se mi trovo qui é perché sono romano: ho conosciuto Marco all’expocartoon di Roma quando ancora era un fanboy SEGA, scriveva su un sito di Videogiochi che seguivo e si faceva chiamare TMO (senza l’articolo). Con la morte del Dreamcast TMO impazzì, e ne seguirono una serie di eventi (durati 10 anni e passa) che senza motivazione apparente mi hanno portato a scrivere su Beavers. Sapevo di TMO project quando ancora era nella testa di Timo, anche se non ho ancora ben capito cosa sia, e sono a conoscenza della passione, il tempo ed i soldi che ha dedicato da anni a questa parte. Ancora mi chiedo però cosa significasse la sua vecchia mail, “mamameg” (rischierei la scomunica ndTMO) pero’ sono felice e onorato di essere qui. I miei vizi sono solo sigarette e gaming, dunque va da se’ che sto’ sempre senza na lira (cosa che ci accomuna un pò tutti, su questo sito ndTMO)!

16 Marzo 2014
Categoria: Blog, Comics

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