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Protagonisti al femminile

Eccoci ad un nuovo rant del Propheta. Molti di voi oramai saranno abituati ai miei borbottii sull’industria videoludica, ma per questo articolo ci ho messo particolare impegno, ed da un po’ che volevo cimentarmi in qualcosa di serio riguardo ad un particolare aspetto del mondo dei videogiochi e la multimilionaria industria che lo compone.

Il nostro media preferito è infatti afflitto da una gravissima forma di sessismo; e non lo dico per un qualsiasi motivo radical chic, perchè sono una femminista convinta o perchè mi piace far casino a prescindere, ma perchè di fatto questo spiacevole risvolto limita di molto la creatività degli addetti ai lavori e le storie che sono in grado di raccontarci.

Siccome mi piace guardare alle cose da diversi punti di vista ho cominciato a ragionare su questo argomento dopo aver visto questa immagine:

Ora, non sono una persona che si scandalizza facilmente, e di sicuro non posso essere definito un perbenista. Sono un ateo convinto e decisamente un liberale, sono fortemente convinto che meno restrizioni ci sono imposte, più possiamo crescere come individui. Una delle mie credenze più radicate è “Question everything”, che tradotto più o meno suona come “Interroga / Interrogati su tutto”, ed è alla base di questo mio processo mentale che questa immagine, all’apparenza molto comune nel campo fantasy / videoludico, ha fatto girare alcune rotelle nella mia sexy testolina.

Qual’è stata la ultima protagonista femminile che ho impersonato? Lara Croft, nel reboot di Tomb Raider. “Beh, ci sarà sicuramente stato qualche altro personaggio femminile importante nel frattempo”, mi sono detto. Ed è vero, c’è stato. Non come protagonisti, ma come principali comprimari, il 2013 ci ha portato personaggi femminili di indiscusso spessore; Ellie di “Last of Us” ed Elizabeth di “Bioshock: Infinite” vengono subito in mente.

Ellie, ed Elizabeth. Due personaggi importantissimi ai fini dei rispettivi giochi. In entrambi i casi queste fanciulle sono il motivo per cui l’eroe entra in azione e sconfigge il male, sono il motivo per le nostre azioni, sono… sono… holy shit! sono Peach, sono Zelda, sono una qualsiasi delle decine di principesse / sorelle / amanti che abbiamo salvato nel corso degli anni. E nonostante una fortissima caratterizzazione sono due personaggi fortemente ostracizzati all’interno della stessa industria che le ha partorite. Guardiamo insieme la copertina di “Bioshock: Infinite”

Elisabeth non appare. Le cose migliorano con “The Last of Us”

Qui Ellie appare, eppure resterà sempre nella mia mente un caso eclatante riguardante questo gioco. Naughty Dog aveva ricevuto la richiesta di rimuovere Ellie dalla copertina, o almeno spostarla in secondo piano rispetto a Joel, ed una rivista Svedese è addirittura arrivata a cancellare il personaggio dalla loro immagine di copertina dedicata al gioco.

Tutto questo perchè, secondo alcuni studi effettuati dai publisher, i giochi con una donna in copertina oppure con un protagonista femminile vendono meno.

E tutto questo non è la prima volta che si sente. Il discreto action / adventure “Remember me” ha un personaggio femminile come protagonista. Una ragazza attraente (arriveremo anche a questo punto) ed eterosessuale, come la maggior parte delle ragazze in circolazione (meno male per me direi, un po’ meno per le fanciulle omosessuali che possono capitare a leggere questo articolo, o anche quelle che non lo leggono…). E come la maggior parte delle belle fanciulle eterosessuali è in una relazione con un uomo, che ha l’ardore di baciare. Ve ne rendete conto? Una donna come protagonista, e per di più bacia un uomo? Ma io sono un giocatore maschio. Questo significa… Sento già il grido della foca internettiana: GAAAAAAAAAAAAAAY:

A questo punto, le succitate rotelline nella mia succitata sexy testolina continuano a vorticare furiosamente. È possibile che una industria che io tanto amo, un formato che è in giro da 30 anni, sia ancora così insicuro della sua identità? È possibile che i giocatori maschi siano davvero tanto immaturi da sentire la propria identità ed orientamento sessuale minati / insultati da una giovane donna che bacia il suo uomo? Tanto più che il gioco non stà rappresentando una scena omosessuale per se (e questo dovrebbe in teoria mettere a tacere tutti i fanatici di questa o quell’altra religione) ma una “normalissima” e socialmente accettata relazione di coppia.

Eppure nella mente del publisher si associa immediatamente un giocatore maschio costretto a baciare un altro maschio, ergo: GAAAAAYYYY.

Eppure non si stà parlando di un gioco in cui si può creare il proprio avatar come un Saints Dragon Effect qualsiasi, ma di un gioco con una storia ben precisa che non funzionerebbe se al posto di Nilim ci fosse Mariolino il Mazzuolatore. L’industria dei publisher ha attivamente provato a censurare ed alterare l’identità di una storia perchè “ai ragazzi normali non piace baciare altri ragazzi” e per tanto il gioco non venderebbe. Prima ancora di pensare al fatto che il gioco potrebbe essere meraviglioso, innovativo, divertente già il disastro è annunciato. Il gioco non venderà perchè una donna è la protagonista. E poco importa che comunque la protagonista è giovane, bella, e vestita in una attillatissimo costume sci-fi. Gli eye candy vanno bene, ma solo in ruoli secondari.

Rare ma comunque presenti sono le eccezioni a questa regola, in cui gli eye candy sono accettati nei ruoli da protagonisti, ma solamente quando possono essere sessualizzati e possibilmente stereotipati. Alcuni esempi di questa categoria sono Bayonetta (gioco omomonimo), Juliet (Lollipop Chainsaw) o Lara Croft (Tomb Raider vecchi e nuovo).

Mentre in Bayonetta e Juliet è piuttosto chiaro il modo in cui il personaggio è chiaramente ideato, realizzato e servito in un contesto attualmente sessuale:

Con Lara abbiamo assistito ad una trasformazione. Da Bomba sexy fatalona ad un diverso tipo di sessualizzazione del personaggio. Nella nuova edizione infatti Lara è stata ringiovanita, resa più fragile emotivamente e realistica come proporzioni.

Il motivo di questo cambio è facilmente intuibile. Il modello originale di Lara è figlio degli anni 90. Il momento in cui le icone sexy erano le procaci bagnine di Baywatch, la decade portava dinnanzi a noi un modello di bellezza costituito da fianchi larghi, seni prosperosi e minuscolo girovita. Tutti ricordano la Pamela Anderson degli anni 90. Ora come ora il modello di riferimento per categorizzare in sexy è cambiato. Ora le icone sexy sono Emma Watson, Scarlet Johanson ed Emma Stone. Tutte giovani ragazze, minute e dalla corporatura piuttosto esile. Come la nostra Lara. Anche il vestiario è accuratamente modellato su ciò che può essere considerato sexy, pur senza essere apertamente piazzato davanti agli occhi. Il pantalone attillato, la canotta rivelatrice, il reggiseno in vista, e soprattutto l’incredibile abbondanza di boob shots ed ass shots durante i filmati. Più e più volte l’angolo di visuale è piazzato quel tanto che basta per darti una idea del corpo mozzafiato in agguato sotto quei vestiti digitali. E poco importa se il gioco tenta di far passare la storia di Lara come una storia di innocenza perduta e di sopravvivenza. Se davvero l’intento era quello avrebbero potuto dare a Lara una delle centinaia di giacche a vento indossate dalla enorme mole di nemici che si falciano a colpi di fucile a pompa e pistolettate, invece di farla strisciare seminuda nella neve a lamentarsi del freddo.

E tutto ciò che è stato detto sui personaggi di cui abbiamo discusso ha sempre dato per scontato un fattore incredibilmente importante; quello estetico.

Pensateci su. Escludendo nuovamente i giochi in cui puoi customizzare il tuo avatar, quando è stata l’ultima volta che si è visto un personaggio femminile oggettivamente brutto? E qual’è il ruolo relegato a questo personaggio? Raramente questi personaggi sono più che Quest Givers, trascurabili blip sul radar del giocatore. Ad un uomo, ad un protagonista od un comprimario, è consentito il non essere attraente. Ma lo stesso non può essere detto di una donna. L’esempio più calzante per questa mia affermazione è Gears of War.

Agli uomini della saga è consentito essere egli enormi concentrati di muscoli il cui volto è stato ridisegnato da un incontro con un treno in corsa, ma i personaggi femminili no. Sexy e dai capelli perfetti anche dopo aver sgozzato 60 locuste, sono la cosa più attraente nell’intero mondo devastato.

E poco importa quanto un personaggio femminile debba mostrare forza e possanza. Cammy in Street Fighter può sollevare agilmente energumeni con la sola forza delle sue gambe, ed appare comunque come una modella da copertina invece di un qualcosa del genere:

Questo è un fisico da lottatrice ed è così che le nostre eroine dovrebbero apparire per essere, in mia opinione, essere prese sul serio.

Certo, ci sono delle eccezioni a questa regola. Viene in mente Jade, di Beyond Good and Evil e Faith, di Mirror’s Edge. Però, a pensarci bene, sono due giochi abbastanza vecchiotti, entrambi sono ip di due publisher che fanno dei sequel il loro pane quotidiano, e solamente ora si stà parlando di dare un seguito a questi due splendidi giochi. E solamente per via delle pressioni dei fans.

E da cosa è dovuto questo atteggiamento? Perchè i publisher ostracizzano così tanto la presenza di ruoli femminili importanti e realistici? Davvero i giochi che hanno donne come protagoniste vendono di meno? La serie Metroid sembra dissentire.

La mia idea è che questo ostracismo venga da una mentalità oramai radicata nel profondo della psicologia delle grandi case di produzione: Squadra che vince non si cambia. I publisher sono così ancorati alle loro idee di tradizionalismo, ai loro seguiti, alla loro stagnante immobilità che tutto ciò che è diverso è un rischio, un qualcosa da cui stare lontani. L’innovazione è il male. Ed è per questo che il mercato indie stà crescendo a dismisura, con percentuali da capogiro. La gente cerca qualcosa di nuovo, sono 30 anni che la principessa è in un altro castello, ed è forse ora che le principesse (belle o meno belle che siano) imbraccino il fucile.

Sono certo che ne hanno una voglia matta.

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Un articolo di Prophet

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Sono capitato su questo sito di pazzi parecchio tempo fa, un semplice lettore come voi comuni mortali, ed il sito era differente allora; tutto era più semplice a quei tempi. Ma un giorno cominciarono le recensioni, e sentii un disturbo nella forza. TMO, Pupo e LostTrainDude erano soli e disperati, e solamente il successore della divina recensione di Hokuto poteva salvarli, ma era occupato. Quindi ho cominciato a dare una mano io. Gioco ai videogiochi da quando convinsi i miei genitori a regalarmi un Master System per Natale, e da allora non c'è stato giorno in cui non abbia trovato un modo per fare una partita ad un qualunque sistema di intrattenimento elettronico. Questo purtroppo ha generato in me un errore critico di sistema, da cui è nato Casimiro; personificazione di tutto ciò che c'è di sbagliato e corrotto nella community dei videogiocatori. Almeno ci fa ridere.

26 Febbraio 2014
Categoria: Blog, Comics

Commenti

3 risposte a “Protagonisti al femminile”

  1. Luca Zanella ha detto:

    Fantastica la vignetta XD

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