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I figli della lupa crescono bene

Sorpresone nella saletta dedicata alla stampa per Ryse. I ragazzi di Crytek, dopo averci offerto qualcosa da bere che tutti i presenti hanno rifiutato, hanno mostrato e spiegato alcuni aspetti del multiplayer di Ryse: Sons of Rome.

Della controversa demo mostrata in video allo scorso E3 non c’era neanche l’ombra, e gli sviluppatori se ne sono guardati bene anche solo di citarla, su schermo è andata infatti una sessione a orde della modalità multiplayer dove il personaggio (controllato da uno dei tizi Crytek) si muoveva liberamente per la mappa seguito da una telecamera dinamica gestita dalla leva analogica, cercando di eliminare tutti nemici che gli si paravano davanti. Le arene mostrate erano due: un campo aperto e il colosseo (quest’ultimo molto più bello da vedere), con nemici che sbucavano da ogni dove.

Le orde si intensificano in numero e in potenza dei suoi elementi ma, oltre all’obbiettivo della sopravvivenza c’è la necessità di realizzare alte combo: maggiore è il moltiplicatore, migliore e cruenta sarà l’esecuzione finale, con relativo premio in punti esperienza. Questo sistema ne giova tantissimo nelle partite in cooperazione, in quanto sembra aumentarne il tasso di divertimento in modo esponenziale grazie anche ad un combat system che prevede armi corpo a corpo, armi da lancio, parate, schivate e anche magia, ma soprattutto con delle spettacolari esecuzioni in coppia che fomentano non poco. In base alle prestazioni si guadagnano punti esperienza e si sbloccano elementi dell’armatura che migliorano le caratteristiche del vostro personaggio.

Graficamente è uno dei giochi in cui il salto generazionale è un po’ più evidente, ma nulla di cui rimanere smascellati come probabilmente ci si aspetta da una nuova generazione (che è il “problema” di un po’ tutti i giochi per ps4 e Xbone che ho avuto modo di vedere/provare alla fiera). Una buona resa la danno gli effetti luce,i dettagli nitidi e il framerate che sembra non perdere un colpo, ed è notizia di pochi giorni fa che la risoluzione nativa sarà a 900 progressivi, upscalati a 1080p dalla console.

Anche nel caso di Ryse, Smartglass avrà un ruolo più attivo: si potrà tenere conto dei propri progressi nel gioco, spendere i punti esperienza guadagnati per la crescita del proprio personaggio e, cosa non da poco, creare mappe per il multiplayer da condividere con l’intera comunità.

In conclusione, Ryse sembra quasi un altro gioco rispetto a quello che è stato mostrato alla fiera di Los Angeles, anche se c’è da dire che del Single Player ne hanno parlato veramente poco e mostrato ancora meno: si sono limitati ad una panoramica di location (foresta), con il personaggio che muoveva qualche passo al suo interno. Il tutto sarà durato neanche 60 secondi, ma la cosa che fa ben sperare è la telecamera dinamica gestita dal giocatore, della quale in quel video sciagurato di 3 mesi fa non ve ne erano accenni.

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