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Il Workshop del fumetto con M.E. Giammetti

Prima di mettere il filmato del Workshop (dove mi scuso per tutte le volte che mi inceppo, ma sono peggio di un Boo quando sono in pubblico) vorrei ringraziare infinitamente la Libreria Luidig per la disponibilità e la pazienza, BNComix per l’opportunità, Pio per avermi accompagnato col motorino a comprare i materiali, Carlo per l’osso, i partecipanti e su tutti la mia Chiara per aver fatto una torta spettacolare ed avermi portato la tavola da regalare!

Le strisce qui sopra sono il risultato di un oretta e mezza di lavoro su tre temi: Sole, Spiaggia e Bici.
Le prime 3 sono le mie, i disegnatori non hanno visto l’ultima vignetta ed hanno fatto le altre, in ordine sparso: Alessandro, Antonio, Augusto, Carmine, Chiara, Ferdinando, Flavio (x2), Massimo, Stefano (x2 Bravissimo!), Riccardo, il Presidente e l’accompagnatore di una signorina che è scappata appanicata, infatti non l’avevano neanche consegnato, l’ho trovato sul tavolo!

è stata un’esperienza molto divertente ed appanicata per il sottoscritto ma alla fine ci siamo riusciti! La parte pratica ha avuto risultati decisamente interessanti ed è la dimostrazione che con un minimo di pazienza si tirano fuori idee molto simpatiche da mani che di solito non usano matite! Complimenti al bravissimo Ferdinando Silvestri ed alla rivelazione della serata Flavio Ignelzi (che ha vinto la Maglietta di Beavers facendo cappotto con tutti i temi). Complimentoni anche a tutti gli altri, nessuno escluso per l’impegno e per lo spasso, se addirittura ha disegnato Oink c’è speranza veramente per tutti! Speriamo di rifarlo, senza pioggia magari.

[nggallery id=295]

Auguri al vincitore della Tavola di M.E. Giammetti! :V

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Il Workshop

Questa è la trascrizione delle slide che ho mostrato:
Buonasera, sono Marco e disegno e coloro tutto il giorno. Come dice un mio amico ho la fortuna di fare la stessa cosa che facevo all’asilo solo che (a volte) vengo pagato. Da 9 anni ho una striscia online che si chiama Beavers e sono qui per parlarvi di come si crea una storia breve.

[castoro che saluta]

Creare delle “strisce” comiche è un lavoro sopratutto di sintesi, in pochi pannelli si svolge una storia che ha dei tempi comici quasi sempre canonici.
Nel caso di storie come i Peanuts e Cul De Sac, le mie preferite di sempre, si trova anche la scelta di dare una continuità a queste storie brevi. Nel caso più vicino al mio ambiente strisce come Penny Arcade e PvP online di solito tendono ad essere singole e separate.

[castoro che fa la linguaccia, concatenato all’ altro disegno]

Nel corso del tempo ho potuto sfruttare parecchie tecniche di disegno anche perchè non ho mai seguito un vero e proprio percorso di studio fino agli ultimi anni. Sono quindi partito da quello che sapevo fare, cioè la grafica vettoriale.

[guardo il castoro, la smette, sorride, indietreggia uscendo dalla scena]

All’inizio tutte le strisce di Beavers erano realizzate totatalmente al PC ma non con una tavoletta grafica, bensì facendo tutte quante le linee ed i colori con programmi che all’epoca erano decisamente scritti per fare altro e usando il mouse.
La grafica vettoriale utilizza appunto i vettori, cioè una linea composta almeno da 2 punti.

[demo grafica vettoriale]

Con il tempo ho invece cominciato a disegnare a mano anche per risparmiare tempo, ma continuavo a ripassare tutto in vettoriale per diverse convinzioni completamente fuori parametro, tipo “un giorno mi chiederanno di fare questa striscia in 6 metri per 6. Non è successo evidentemente, quindi ho piano piano abbandonato completamente la grafica vettoriale.

[disegno sul palazzo dell’ E3]

Lo step successivo era quindi imparare a disegnare, a fare le chine e colorare. Per un periodo ho usato le scansioni dei disegni passati a china e poi modificati o colorati al pc, ma per risparmiare tempo sono passato alla Cintiq, il potere sconfinato del CTRLZ.

[disegno della cintiq sulla catasta di fogli e matite]

L’unica cosa che mi sono imposto è sempre stata quella di non usare scorciatoie, nessun programma che mi permettesse di avere gia le prospettive o griglie o aiuti fin troppo tecnologici, dovevo sviluppare il mio stile continuando ad evolvere.
Per questo ho scelto di usare software come Artrage o Paint Tool Sai ma ce ne sono anche altri sul mercato che danno da un lato la tranquillità di usare i livelli, tornare indietro e scegliere infiniti pennelli e simulazioni di acquarelli o tempre,dall’ altra la bellezza proprio di Artrage è che essendo simulativo se non sei in grado o non hai tecnica nell’ usare pennelli, tempere e spatole come nella realtà avrai comunque dei risultati pessimi. Quindi un percorso di studio forzato.

[disegno brutto fatto con artrage]

Stando parecchio tempo fuori casa e non potendo portare un carrellino dietro con la Cintiq mi sono rimesso a disegnare a mano, totalmente, e da 3 anni a questa parte mi sono messo a studiare molto più seriamente.

[cintiq nella carriola]

Quando si tratta di figure umanoidi il lavoro è praticamente identico, bisogna studiare le ossa, i muscoli e solo dopo esasperarli ed adattarli allo stile che vogliamo raggiungere.
Cominciamo quindi con la base, i così detti Stickman:
Spiegazione degli stickman, le giunture, e le proporzioni dei vari pezzi. La testa solo alla fine, rimodellata sulle spalle, con il trucchetto del triangolo.

[Demo Stickman]

[Demo Manichino] con proporzioni e giunture

[Demo personaggio finito] con proporzioni e giunture e stickman sotto

Dopo di che si da una forma al tutto, inserendo le forme delle braccia, delle gambe, delle mani e della testa. qui si applicano le regole dei muscoli, altra cosa da studiare. Adesso le ore di educazione fisica non vi sembreranno più una stronzata.

[Demo Muscoli]

Poi si inizia a dare i tratti caratteristici del personaggio. Assolutamente da tenere in considerazione il fatto che determinate cose come lo studio dei vestiti, della posizione delle mani, dei piedi, le espressioni facciali sono tutte cose da studiare a parte.

[Demo viso]

Il viso, la parte più importante del personaggio, è un complicato studio di forma del cranio, muscoli facciali e rifrazioni delle luci e delle ombre. Creare un viso verosimile e pieno di carattere è molto difficile.
Ovviamente il tutto per adattare il vostro stile al disegno, nessuno vi sta chiedendo di copiare o di essere dei novelli Ferdinando Silvestri.
Realizzare un fumetto, proprio a livello pratico, vuol dire avere una certa consapevolezza di quello che si sta andando a fare, quindi bisogna imparare prima di tutto l’anatomia. Che detta così sembra gia una palla, ed in effetti lo è ma è una cosa essenziale.

[anatomia del castoro]

Imparare prima di tutto le regole e solo una volta che sono state imparate si può stravolgerle. Faccio l’esempio di Ralph: prima ancora di cominciare a disegnare le varie tavole mi sono messo a studiare prima di tutto l’anatomia delle rane

[immagini di rane]

le varie tipologie di razza, le posizioni ecc. Dopodichè ho fatto varie prove di Character Design: ma la mia idea era mutata significativamente durante lo studio anatomico. Ho quindi adattato alla mia idea iniziale tutte le nuove regole, esasperandole fino al raggiungimento del personaggio

[varie immagini del chara design di ralph]

definitivo realizzato in diverse posizioni, in diverse situazioni ed espressioni. Solo dopo ho cominciato a disegnare le tavole.

[Tavole di Ralph]

[china]
[Disegno Vincenzo Chirico]

La parte di china invece per quanto mi riguarda è la parte più stressante di tutte, nel senso che arrivare a mettere le mani direttamente sul foglio dove c’è un disegno a matita che vi ha portato via delle ore è sempre un atto di coraggio. In più la matita ha un fascino tutto suo!

[demo di candybox]

Però si deve fare e ci sono anche varie opzioni “salvadisegno”. Tra cui la session digitale di cui parlavo prima scansione o l’amico lightbox con foglio trasparente e lampada sotto al foglio che è sempre un salvavita. Io di solito prendo coraggio (e solo dopo aver fatto la foto ricordo della versione a matita) mi butto direttamente sul foglio.

[demo disegno di donkey kong]

Perchè secondo me qui c’è la parte migliore del disegno, ovvero la possibilità anche di sbagliare. Gli errori rendono il disegno a mano molto più vivo, con un anima. Oltretutto niente ci vieta di usare bianchetto o pezzi di carta incollati, così come non bisogna aver paura di cancellare quando il disegno è a matita.

Nel mio caso si tratta di un One Man Show, cioè faccio tutto da me, ma ci sono gruppi che dividono il proprio lavoro in diverse figure, l’inchiostratore è una di queste. Ed è un mestiere difficile perchè molte volte le matite possono anche solo dare l’idea di un disegno o rappresentare qualcosa che l’inchiostratore non coglie o modifica, quindi è sempre bene che lavorino assieme persone affiatate. In generale questa è una regola che vale pure per chi deve fare i panini.

[Colori]

Tallone d’achille mio essendo daltonico è una vera e propria arte a sè. Se avete la fortuna di vedere i colori di sicuro avrete meno problemi, nonostante tutto non bisogna prendere sotto gamba questo lavoro.

[demo di left 4 linux]

Mostrare le luci, le posizioni dei personaggi, le ombre, le proiezioni ecc

[La pratica]

Adesso abbiamo 3 temi a disposizione: la spiaggia, la bici, ed il sole
Qui ci sono 4 livelli di difficoltà tra ci scegliere: Le tre vignette verranno svelate completamente solo alla fine della sessione!

[Spiegazione dei vari livelli]

E adesso a prendere il caffè!

Un articolo di the TMO

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per gli amici Timo, è in realtà Marco E. Giammetti, sul pianeta terra dal 1979 e grafico dal giorno prima. Ha cominciato a mettere le appiccicaticce manine sui videogame all’ età di 3 anni con un Vic 20 e non ha più smesso di giocare da quella data in poi, frequentando sale giochi malfamate e rischiando più volte la bocciatura a scuola per tentare di uccidere quell’ ultimo maledetto boss.

20 Luglio 2013
Categoria: Comics

Commenti

2 risposte a “Il Workshop del fumetto con M.E. Giammetti”

  1. asavaris ha detto:

    che bravi! Wow, quante cose che mi perdo quando il lavoro mi stressa :(

    • the_TMO ha detto:

      Lorè voglio vedere quando riusciamo a vederci un altra volta, la prossima volta ti chiudo nella stanza da fuori :V

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