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47 morto che parla

Qui potete ascoltare, ma anche guardare che fa ancora più paura, il primo Hangout di BnComix (Antonio Furno) e Beavers.it (Marco Giammetti), dove si parla di The Walking Dead in tutte le sue forme, fumetti/serie/giochi oltre che una lunga discussione sulle scelte morali, di Heavy Rain, Mass Effect, The Witcher e altre nerdate..

Er Pupo invece ci delizia con un resoconto sul genere.

“Interactive Drama”. E’ questo il nuovo nome scelto da David Cage per il suo Heavy Rain: un prodotto sviluppato con lo scopo di raccontare una storia puntando pesantemente sul coinvolgimento e l’empatia dello spettatore con i protagonisti del racconto, attraverso scelte importanti da affrontare.

Non è un segreto il mio alto gradimento verso il gioco (non-gioco? Laser game? Film interattivo? Vedete voi, a me è piaciuto) di Quantic Dream, ed è per questo che ho amato anche The Walking Dead di Telltale Games. I due giochi hanno bivi e scelte morali e non che influenzano l’andamento del racconto. Scendendo nel dettaglio la differenza nell’approccio tra i due è però abbastanza netta.

Il gioco episodico di Telltale ha fatto innamorare tutti perché rispetto ad Heavy Rain,ha molte più parti “giocate” nel senso stretto del termine, inoltre ci sono molti più colpi di scena e tantissime scelte emotivamente “pesanti”.

Anche il tipo di gameplay è totalmente diverso, ed in questo caso l’asticella del gradimento pende più verso The Walking Dead in quanto di base è un punta e clicca e le poche fasi d’azione devono essere gestite completamente dal giocatore. In Heavy Rain invece si è scelto il Quick Time Event e derivazioni varie come unica fonte di controllo. Nonostante faccia benissimo il suo lavoro “empatico”, il sistema dei QTE (egregiamente implementato) ha fatto storcere il naso a tantissimi giocatori (presente! ndTMO).

Però in una storia il finale è quello che strappa gli applausi e/o le lacrime. Il finale è la parte che esalta e da un senso a tutto ciò che è stato raccontato prima. A maggior ragione in questi interactive drama , dove l’empatia può raggiungere livelli stratosferici se paragonati ad un film o a un libro. E forse è proprio nel finale che The Walking Dead perde il confronto con Heavy Rain.

Se andiamo a pesare i due titoli per ciò che gli sviluppatori avevano come obbiettivo, e cioè il raccontare una storia basata sulle scelte dei protagonisti a mio modo di vedere Heavy Rain ne esce vittorioso, in quanto le ripercussioni di scelte e azioni vanno ad influenzare in maniera diretta e importante anche il finale. Ogni giocatore può condurre a termine una storia diversa da quella che può viverne un altro, grazie alla possibilità di assistere ad un infinità di epiloghi, anche diametralmente opposti tra loro, trasmettendo ai giocatori sentimenti ed emozioni differenti.

Tutto questo in The Walking Dead non c’è, ed è davvero un peccato, se non vogliamo etichettarlo addirittura come spreco. Spreco di idee geniali per una storia. Spreco di scelte emotivamente “forti” durante tutto l’arco della sua durata. Spreco di un grandioso, splendido lavoro.

A mio modesto parere, comunque, avrebbero almeno dovuto invertire le sorti dei personaggi che arrivano alla fine della storia (sinceramente era quello che mi aspettavo dal finale ndEr`Pupo), così da dare un senso ad alcuni dialoghi importanti intercorsi tra i personaggi, e anche per dare un emozione più toccante e intensa.

Aggiunta di Timo:
Uno non esclude l’altro, fateveli entrambi se ne avete la possibilità!

 

Un articolo di Er Pupo

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Se mi trovo qui é perché sono romano: ho conosciuto Marco all’expocartoon di Roma quando ancora era un fanboy SEGA, scriveva su un sito di Videogiochi che seguivo e si faceva chiamare TMO (senza l’articolo). Con la morte del Dreamcast TMO impazzì, e ne seguirono una serie di eventi (durati 10 anni e passa) che senza motivazione apparente mi hanno portato a scrivere su Beavers. Sapevo di TMO project quando ancora era nella testa di Timo, anche se non ho ancora ben capito cosa sia, e sono a conoscenza della passione, il tempo ed i soldi che ha dedicato da anni a questa parte. Ancora mi chiedo però cosa significasse la sua vecchia mail, “mamameg” (rischierei la scomunica ndTMO) pero’ sono felice e onorato di essere qui. I miei vizi sono solo sigarette e gaming, dunque va da se’ che sto’ sempre senza na lira (cosa che ci accomuna un pò tutti, su questo sito ndTMO)!

19 Febbraio 2013
Categoria: Comics

Commenti

4 risposte a “47 morto che parla”

  1. marcolago ha detto:

    Bella lì. Sto facendo il secondo giro a The Walking Dead ma mi avete spoilerato il NON finale alternativo.
    Ma vabbé, colpa mia che vi leggo :P

    In realtà volevo fare il pizzicamerda™ e far presente che 47 è solo “il morto”; il 48 è “il morto che parla”. Gh gh gh! XD

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