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Speciale Retrogame

E’ cominciato tutto circa quattro mesi fa (o forse cinque, o forse anche meno di quattro, comunque da relativamente poco) quando cioè nella mia città ha aperto uno di quei bazar dove puoi portare la peggio robaccia che trovi in cantina, sotto il letto, in soffitta, nei secchioni della spazzatura. La porti da loro, gli dai un prezzo, ed è capace che da una corda per saltare del 15-18 ci ricavi anche qualche centesimo.

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Scendo in questo mondo di polvere (a cui sono pure allergico) e dentro una vetrinetta vedo una psOne (bianca, slim) con pad e alimentatore. Butto un occhio sul prezzo…solo 20 Euro! Prendo di peso il commesso e lo obbligo a darmi la console all’istante. Tornato a casa la provo con una copia di Silent Hill che custodisco gelosamente…ebbene sono rimasto lì davanti 3 ore.

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Da gran nostalgico di qualsiasi ricordo passato faccio uno più uno: momenti felici con vecchie console + prezzi stracciati del bazar = godo.

Al che, torno dal ragazzo che ho quasi spaventato, dicendogli di avvertirmi appena gli arriva qualche console vecchia, qualsiasi essa sia, basta che sia funzionante e con giochi.
Mi chiede: “ce n’è qualcuna specifica?” e io rispondo “sì, console SEGA e Commodore, nello specifico cerco un Saturn…ma anche se ti entra qualsiasi altro pezzo d’antiquariato chiamami!”. A quel punto me lo faccio amico, perché anche lui dice di essere un grande appassionato/esperto di videogiochi.

Passano alcune settimane e una telefonata del ragazzo mi disturba nel bel mezzo del mio ozio a lavoro, dicendomi di correre da lui perché gli è appena entrato un “SEGA MEGA SATURN”.
Un po’ stranito -ma divertito- declasso il ragazzo a “cazzaro” nella mia classifica di persone incontrate nella vita. Decido però di passare lo stesso. Pensavo: sarà un Saturn davvero o al massimo un MegaCD, magari ha visto i giochi su CD e ha mischiato un po’ le cose.

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Ma essendo lui un cazzaro, l’unico ad avere le idee mischiate ero io.

La console era un Megadrive II, senza scatola, ma con ben 18 giochi boxati, tra cui perle di software come Moonwalker. Prezzo: 80 Euro.
La cosa bella di questi bazar è che puoi fare la trattativa in diretta al telefono tramite i dipendenti, ed essendo io agente immobiliare alle trattative sono abbastanza abituato, anche se mi riescono malissimo. Mi pongo un limite di 50€ e parto da 30€ per tutto il blocco, perché i contatti della scheda madre sono lenti e i cavi sono malmessi. Riesco a prendere tutto a 35 Euro
(http://cafe.beavers.it/members/xsecuzione/activity/11959).

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Arrivo a casa e apro la console per pulirla, ripristino qualche saldatura e apro i pad per pulire lo schifo reale che c’era all’interno. A quel punto arriva la tanto attesa prova.

Cerco la frequenza per il canale di gioco e una volta trovata infilo d’ordine Sonic 2. Premo reset e vedo Sonic andare e tornare da una parte all’altra dello schermo, seguito dall’audio ”SEEGAAAA”. Mi vengono gli occhi lucidi. Tra l’altro rimango piacevolmente sorpreso da come il Samsung 40” gestisce il segnale video: full screen e con una qualità che sinceramente ricordavo molto ma molto peggio. Provo i pad e vanno tutti e due. Sono felice.

Spengo perché altrimenti la donna rompe, ma lascio tutto attaccato.

Il giorno seguente devo provare assolutamente tutti i giochi. Alcuni hanno bisogno della classica soffiata sui contatti, altri invece li devi trattare proprio con alcol e cotton-fioc. Appena vedevo che i giochi partivano spegnevo e né provavo un altro, fino al momento di Moonwalker.

Parte il gioco, e rimango a giocare per ore…divertito come ai tempi in cui lo provai per la prima volta, solo che ora ho un po’ più di competenza ed esperienza in più per giudicarlo a fondo. Me lo godo alla grande, molto più di quanto feci all’epoca. Una genialità che ai tempi nostri si fatica a trovare anche nei Colossal. Ho cominciato a pensare ai vari Golden Axe, Shinobi, Altered Beast…titoli che a primo impatto visivo sembrano essere “tutti uguali” ma che in realtà li divide un abisso in termini di gameplay e carattere. Mi accorgo di quanto lo stesso Moonwalker sia geniale. Prendere un ballerino e schiaffarlo in un contesto completamente avulso da ciò che potrebbe riguardare un personaggio del genere, e scoprire che il mix funziona alla grandissima….ma nel frattempo sono passate ben 3 ore da quando ho inserito la cartuccia, e arriva la donna con il fumo da naso e orecchie.

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Ero contento. Riscoprire videogiochi speciali e pagarli poco. Non mi ero accorto però che ormai il danno era stato fatto: sono stato risucchiato a pieno nel mondo del retrogaming. Ebbene, da lì in poi ho deciso di rimediare di tutto e di più, arrivando a spendere anche più di 100 euro per varie console e giochi. Così in casa si accatastavano nei peggiori anfratti della mia stanza un N64 completo, un Sega Master System II con 9 giochi, uno SNES completo di tutto (anche di sacchetti trasparenti) con 5 giochi, 3 giochi per Intellivision (mio errore di calcolo…mi hanno superato all’ultimo secondo su un asta di eBay per la console), il tutto che si è andato ad aggiungere alla psx di cui ho parlato all’inizio, a una ps2 nuova imballata e a un Dreamcast (il quarto che ho comprato nella mia vita).Ma non è finita qui. La console con la quale ho passato più tempo da piccolo è stata l’Amiga 500 (che non riesco a trovare) e il Megadrive, quindi è stato quasi automatico cercare i giochi per la mia amata console SEGA. Se aprite una delle mie “scatole dei ricordi” oggi infatti, ci troverete ben 21 giochi per Megadrive (per Xbox 360 ne ho solo 5, per dire) inclusi Flashback e….Another World. Uno dei titoli più geniali della storia forse. Atmosfera, Arte, Gameplay, il tutto sviluppato da un solo pazzo scatenato di nome Eric Chahi (peccato che sia francese, ma in questo caso ci passiamo sopra). Another World non può essere spiegato. Va giocato. Morire al primo colpo ricevuto non è cosa comune, soprattutto oggi in cui una cosa del genere verrebbe vista come un punto a sfavore probabilmente (ci si lamenta dell’assenza dei checkpoint, figuriamoci!). Ora che ci penso forse una buona argomentazione per spiegare Another World c’è, ed è proprio uscita dalla testa del capo castoro the TMO. Nel pieno della fissa da retrogaming parlavamo proprio dei due titoli di spicco Delphine Software: Another World e Flashback (che amo, ovviamente). Ad un certo punto Timo partorisce una massima fantastica, e cioè che” Flashback aveva si più appeal, però non aveva la stessa classe. Se metti su Another World oggi ancora rimani come un coglio**, se metti flashback vedi retrogame, non c’è storia”. Se non vi convince questa frase a provarlo vi meritate di giocare in single a Wii Play per tutta la vita.

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Pensando alle ore passate davanti a vecchie console nell’intento di “provare” i nuovi acquisti, mi sono reso conto che oggi sono davvero pochi i titoli che metti su e ti tengono incollato allo schermo per ore, senza che tu te ne accorga. L’ultimo gioco in ordine di tempo che ce l’ha fatta con me è stato Metal Gear Solid su Psx: comprato da un amico il pomeriggio, e cominciato alle 10 della sera. Ogni volta pensavo il classico “ancora un po’ e poi smetto” , così mi sono ritrovato alle 7 e 30 di mattina che andavano i titoli di coda. Ci rimasi parecchio male perché ne volevo ancora, infatti lo ricominciai 24 ore dopo per cercare di prendere la mimetica invisibile (e ce la feci!). Questa è solo una delle mattate che ho fatto per colpa di un videogioco. Un’altra fu finire Resident Evil, sempre su psx, senza mai salvare, ma non perché volevo fare il coatto, semplicemente perché all’epoca una memory card costava ben 90.000 lire e io ovviamente non le avevo. Ogni volta ricominciavo il gioco, fino a quando non riuscii a finirlo in un’unica tirata. Data l’impresa, i miei decisero di farmi un regalo…indovinate cosa? Una memory card.

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Già con ps2 le cose cambiarono. Grafica inimmaginabile fino a qualche anno prima, ma contenuti dei giochi molto meno “succosi” , a parte qualche rara eccezione. Il povero Dreamcast mi teneva incollato alla tv molto di più delle centinaia di giochi che ebbi per il “monolite nero” Sony. A pensarci oggi non si riesco a dare una risposta certa al motivo, anche perché effettivamente alcuni giochi (pochi) riescono ancora ad affascinarmi come facevano un tempo, quindi la causa non dovrebbe essere la mia “maturazione” da ragazzino a ragazzino di 27 anni. Penso che non sia neanche colpa del fatto che i giochi si assomiglino tutti sempre di più, perché oggi come allora è vero che ci sono cloni dei cloni dei giochi, ma ognuno ha e aveva un suo “spirito” o particolare che lo differenzia dagli altri, bello o brutto che sia (dipende dai gusti, ovviamente).

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Ci ho ragionato, e alla fine per me è proprio l’estrema semplificazione a livello di difficoltà dei giochi, unita all’esponenziale aumento della potenza degli hardware. Prendiamo come esempio (di nuovo) Another World: nessun salvataggio o checkpoint, morte al primo colpo ricevuto, possibilità di ritrovarsi con la pistola scarica davanti ad un nemico e non avere possibilità di ricaricarla, costringendoti a rigiocare da capo il livello e a conservare più carica possibile. Come si porrebbe alla critica e al mercato? Ve lo dico io, molto male. Probabilmente è questa la grande differenza tra il periodo pre-salvataggi. I giochi te li godevi e “sudavi”, perché sapevi che dovevi assolutamente passare quel particolare pezzo per poter ottenere la password del nuovo livello, o comunque per poter ricominciare da un particolare posto senza rigiocare tutto. Diciamo anche che il periodo delle memory card a “blocchi” non è che semplificò più di tanto le cose, perché i salvataggi contati o il salvare in un posto prestabilito (non come e dove si voleva) comportava comunque il rischio di dover rigiocare una buona parte di gioco una volta morti (magari si moriva a due ore dall’ultimo salvataggio). Questi elementi instauravano nel giocatore l’accortezza e l’immedesimazione mancanti in molti giochi odierni, che grazie ai checkpoint e agli auto-save ogni 10 minuti ti permettono di “vivere” con relativa leggerezza le vicende del gioco.

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Nella mutazione dei giochi dal passato ad oggi ho anche citato come causa l’aumento della potenza hardware. Questo ha fatto sì che molte software house si concentrassero di più sulla parte grafica anziché quella del gameplay, e chi dice che non è vero mente. Il tutto unito all’espansione abnorme che ha avuto l’industria dei videogiochi da 10 anni a questa parte ha portato la grafica ad essere uno dei punti fondamentali per la valutazione di un videogioco. Basti pensare a tantissimi titoli ottimi ma con grafica sotto la media che non hanno avuto successo a livello di vendite, o pensare a quanti titoli ludicamente mediocri vendano un fottio di copie worldwide (per non parlare di giochi riproposti annualmente identici ai predecessori ma che vengono venduti come novità assolute). Nessuno nega che questi ultimi in molti casi siano anche divertenti, ma da appassionato che a 6 anni aiutava il padre ed esultava con lui nel giocare a Prince of Persia su Amiga 500 (quello VERO, non quella monnezza recente che ne porta il nome), il coinvolgimento e l’apprensione durante le run di un videogioco sono tutto. Non nego che oggi ci siano molti giochi che a difficoltà elevate danno del filo da torcere, ma non hanno nulla a che vedere con le difficoltà standard dei giochi di un tempo. Le eccezioni, come detto poco sopra (e più volte), ci sono però. Penso ad esempio ad un Demon’s Souls, o ad un Dead Rising 2, o ad un qualsiasi J-RPG. Vanno cercati bene ma ci sono, soprattutto tra i giochi Indie o comunque i giochi da scaricare dalle piattaforme per il Digital Delivery, e secondo me non è un caso che i giochi sviluppati con budget bassi molte volte siano più belli, più difficili, più innovativi dei giochi retail blasonati.

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Concludo questa pappardella invitando tutti a provare o ri-giocare le vecchie glorie delle console a 8 o 16 bit, scommetto che ne rimarrete più che soddisfatti. E chi non ha giocato Another World deve assolutamente farlo, altrimenti non è un appassionato di questo fantastico mondo che è il Gaming. Ma cercate di farlo nel modo meno dispendioso possibile, non vorrei orde di gente incazzata sotto casa perché è rimasta senza una lira.

E per finire, una galleria fotografica direttamente dal Gamescom 2011, dove c’era un vero e proprio museo di chicche!

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Un articolo di Er Pupo

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Se mi trovo qui é perché sono romano: ho conosciuto Marco all’expocartoon di Roma quando ancora era un fanboy SEGA, scriveva su un sito di Videogiochi che seguivo e si faceva chiamare TMO (senza l’articolo). Con la morte del Dreamcast TMO impazzì, e ne seguirono una serie di eventi (durati 10 anni e passa) che senza motivazione apparente mi hanno portato a scrivere su Beavers. Sapevo di TMO project quando ancora era nella testa di Timo, anche se non ho ancora ben capito cosa sia, e sono a conoscenza della passione, il tempo ed i soldi che ha dedicato da anni a questa parte. Ancora mi chiedo però cosa significasse la sua vecchia mail, “mamameg” (rischierei la scomunica ndTMO) pero’ sono felice e onorato di essere qui. I miei vizi sono solo sigarette e gaming, dunque va da se’ che sto’ sempre senza na lira (cosa che ci accomuna un pò tutti, su questo sito ndTMO)!

25 Agosto 2011
Categoria: Speciale

Commenti

13 risposte a “Speciale Retrogame”

  1. the TMO ha detto:

    Grandioso speciale, bravo Andrea, e brava Chiara che ha corretto gli orrori miei e tuoi! XD

  2. AIO ha detto:

    Grande… ti spammerò ovunque! :)
    Un mito.

  3. [oink] ha detto:

    Bellissimo speciale. La gallery è pura pornografia!

  4. Prophet ha detto:

    Quanta nostalgia… Io per motivi economici ho saltato l’era 16 bit (compensata comunque con lunghi campeggi in casa di due amici in particoare, uno col mega drive ed uno col super nes [megadrive FTW]), ma in parte ho compensato qundo, da ragazzetto, ho messo le mie pacioccose manine su un pc e due CD (!!!) pieni zeppi di emulatori.

    Lo so, lo so, non si deve piratare, ma non avevo una lira ed erano altri tempi. Non ci sono più le mezze stagioni e via dicendo.

    Quanta bella roba…

    Da allora è stato un crescendo di videogiocate, ma comprendo ed approvo che molte sono state giocate “insipide” con prodotti più nuovi.
    Ancora ricordo giochi come Alex Kid (il mio primo gioco casalingo che non fosse un GiG Tiger :(( ) per il mio Master System II mentre non ricordo buoan parte dei titoli ps1 / ps2 che ho giocato.

    Gran bell’articolo comunque.

    Ed Another World rulla.

  5. Er`Pupo ha detto:

    Quanti complimenti ** Grazie soprattutto per le strip di Marco che hanno sicuramente reso il tutto molto più interessante di quanto immagino possa essere (e che s’è fatto il culo per farle!). E ovviamente grazie Chiara che cura la nostra dislessia.

    Grazie a tutti voi, ovviamente! :*

  6. Er`Pupo ha detto:

    Non ho citato altri colossi come molte avventure grafiche della Lucas perchè il discorso sul vecchio-nuovo non li contemplava, ma è ovvio che anche quelli dovrebbero essere nelle fondamenta dei giocatori anni 80/90.

  7. Stimato Ezio ha detto:

    FUCKING MANLY TEARS grande articolo sul serio

    ma per monnezza intendi solo gli ultimi 2 pop vero? :V

    • Er`Pupo ha detto:

      Ho provato solo quei due e spirito guerriero…e tutti e tre mi hanno fatto pena :P Sarà anche che l’atmosfera del primissimo è qualcosa si splendido…penso sia quello a farmelo preferire a tutti.

  8. P4T ha detto:

    Speciale stupendo, lacrime e tanto fap time sulla gallery! :scimmia:

  9. Iria ha detto:

    Post grandioso :((
    Conservo ancora gelosamente Commodore64, Game Gear e Saturn, ogni tanto le riaccendo in preda a nostalgia e funzionano alla grande :D Non sono mai stata tipo da vendere le mie console, e ne sono felice x3

    Another World e Flashback li aveva mio cugino, ero piccola ed ero troppo spaventata dall’atmosfera per giocarci io stessa quindi osservavo mio fratello e mio cugino giocarci per ore. Ci scambiavamo console e giochi tra parenti e amici così da poter giocare a tutti i giochi esistenti! Non ho mai avuto SNes, MegaDrive, Dreamcast o N64 ma ho giocato (o visto giocare) a gran parte dei giochi del periodo :P (mio cugino addirittura aveva e ha ancora un ColecoVision!!) in casi di “emergenza scimmia” per qualche gioco che non avevamo mi ricordo di aver spesso noleggiato console+gioco con mio fratello al Blockbuster, pratica ormai scomparsa! :O

    • Er`Pupo ha detto:

      ahahahha! Da paura! Pensa il mio Megadrive invece fu un regalo dei miei. In quel periodo rompevo i miei genitori perchè volevo un gatto…ma mio padre non voleva perchè odia i peli in giro (ora però ne abbiamo 3..LOL). Un giorno torno da scuola e vedo un pacco sul letto con un biglietto che diceva “puoi aprirlo solo se prometti di non rompere più le palle con i gatti”. Io ovviamente accettai e lo scartai. Fui felicissimo (ma il gatto l’ho continuato a chiedere :P )

  10. the TMO ha detto:

    Per another *bows* world vorrrei far notare che girava anche su un pc con scheda grafica EGA a tipo 5 frame al secondo: ma girava, e non chiedeva neanche il permesso.

    Che classe.

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