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Are you the controller?

Integro alcune mie considerazioni allo speciale. Kinect è una gran bella tecnologia, con diverse limitazioni.
Avere una stanza adeguata per giocare è una faccenda ambigua. La periferica cerca di andare verso quella fetta di mercato cosiddetta casual, dove ci si diverte con poco senza grossi sforzi. Contemporaneamente rende impossibile usufruire della periferica stessa senza dover spostare mobili e suppellettili. A meno che tutti i videogiocatori abbiano un salone con una TV 60 pollici ed un divano da 6 posti a 4 metri di distanza ci sarà sempre bisogno di modificare la disposizione del mobilio.
Quella che può sembrare una cosa da niente è proprio quello che rende Kinect il meno “pic up and play” di tutto il trittico del motion control.
Ambigua dicevo, per guardare un film, gestire i download e giocare a qualcosa di standard, quindi tornare all’utilizzo completo di Xbox, devo rimettere a posto tutto,  non essendo comodissimo stare un paio di ore in piedi a giocare Super Meat Boy (nonostante meriterebbe questo tipo di rispetto).

Move e Wiimote (e balance board) non mi hanno MAI costretto a spostare NULLA dalla mia stanza, anzi. Riesco a giocare con sia nella cameretta con 3 metri di spazio, sia in una più grande senza notare differenze nel tipo di esperienza, se non una ovvia maggiore comodità.

La faccenda dell’area di gioco, determinata da Kinect stesso, mi ha portato ad un altro tipo di ragionamento.
Lasciando da parte wii che ha una gestione dell’ asse Z farlocca, il concorrente diretto diventa automaticamente Move. E riprendendo in mano il semplicissimo Tumble mi sono ricordato di cosa ci fosse di così particolare nel controller Sony: l’assenza di barriere. Kinect è come se facesse lo stesso errore di Wii: si chiude in uno spazio, stavolta con un altezza, una larghezza ed una profondità ma pur sempre uno spazio. Usciti da quello spazio non si gioca più. Move invece elimina completamente questo problema, infatti ci si può muovere tranquillamente per la stanza essendo la stanza l’estensione dell’ area di gioco, non la riproduzione della stessa.

Delegare alla TV l’aspetto di “finestra sul mondo virtuale” è quello che Kinect non permetterà mai di fare. Guardare in giro con la visuale in prima persona di Sports Champions (per quanto terrificante sia il gioco sotto il profilo stilistico) è un esperienza che vorrei provare in un gioco “vero” prima o poi. Ed è solo un esempio. Le integrazioni della realtà aumentata sono coerenti e funzionali. Kung Fu Live potrebbe sotto questo punto di vista essere un banco di prova interessante.

Versatilità… Wiimote sotto questo punto di vista vince a man bassa. Da sempre è stato un volante, un pad Nes, una racchetta, una mazza da baseball, una cloche, poi è diventato spada, pistola, scudo e mai in modo approssimativo, ma sempre mettendo quel qualcosa “in più” in giochi e generi gia ben inquadrati. Lo speaker è un aiuto al feedback di gioco (ed utilizzato anche ad altri scopi molto ingegnosi) sottovalutato dai più: Il Ping Pong di Resort non solo ti da il movimento del rumble, ma anche il rumore del colpo: la pallina è stata colpita e il giocatore lo sa. E sopratutto è stata colpita con la forza che gli hai dato. Se non gli hai dato forza, t’attacchi, la pallina cade.

Con Kinect non riesco a trovare un solo esempio di tipologia di gioco conosciuto che mi piacerebbe vedere. Magari ne inventeranno di nuove, SPERO ne inventino di nuove (che so, un avventura grafica con comandi vocali?) proprio grazie alla sua particolarità. Forse la cosa che più mi rende perplesso è l’assenza di un qualsivoglia input. Questo ha portato gli sviluppatori a dover fare delle scelte estreme, visibili in Kinect Sports, con i colpi che vanno a segno anche senza dare nessun movimento.
La stessa interfaccia di Kinect è lenta proprio a causa di questa lacuna, il dover attendere alcuni secondi fermi in una posizione per poter dare un informazione è bello la prima volta, carino la seconda, snervante la terza.

Alla prima occasione che ho avuto in compagnia di Oink di tornare all’ NXE standard in 2 secondi ho fatto tutto quello che volevo fare, premendo i pulsanti giusti, muovendomi con velocità.

Badate bene, io mi ci diverto con i giochi che ho acquistato. Mi diverto veramente, e penso si sia visto dai filmati. Permettono di usare tutto il mio corpo direttamente con una tecnologia che definire avanzata è poco. Solo che siamo estremamente lontanti dal “minority report” che c’avevano promesso, e siamo ancora più lontani dal definire “standard” una tecnologia che a mio avviso ha più problematiche che soluzioni.

Detto questo, felice di essere smentito.

Un articolo di the TMO

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per gli amici Timo, è in realtà Marco E. Giammetti, sul pianeta terra dal 1979 e grafico dal giorno prima. Ha cominciato a mettere le appiccicaticce manine sui videogame all’ età di 3 anni con un Vic 20 e non ha più smesso di giocare da quella data in poi, frequentando sale giochi malfamate e rischiando più volte la bocciatura a scuola per tentare di uccidere quell’ ultimo maledetto boss.

15 Novembre 2010
Categoria: Comics

Commenti

3 risposte a “Are you the controller?”

  1. LostTrainDude ha detto:

    E’ una strip\recensione sacrosanta.
    Complimenti davvero. :)

  2. Stefano ha detto:

    Riscrivo che è meglio XD
    [tranquillo, c’avrei pensato io! NDTMO]
    Ottime considerazioni Marco.
    Ho trovato, indirettamente, buone risposte a domande mai poste.
    Bravo ^^

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