No Man’s Sky
Sony ha permesso al team Hello Games di approdare su Ps4, quindi è finalmente disponibile in versione definitiva di No Man’s Sky, un gioco in cui passerete un sacco di tempo a farvi un sacco di domande. La prima domanda che vi porrete, dopo aver impostato le poche opzioni disponibili che riguardano la risoluzione, le ombre ed i suoni, sarà sicuramente un potentissimo “Che cosa faccio?”. E questa domanda vi perseguiterà per una buona parte delle prime ore di gioco!
Tutto inizia con una plancia fluttuante nel nulla. Spenta. Istintivamente vi comincerete a muovere cliccando sulle parti più evidenti, quelle rosse, tentando di capirne il funzionamento; Non sarò di certo io a dirvi come funziona la plancia, perché uno degli scopi del gioco è proprio quello di capire come gestire questo “Navigatore”. Con il tempo ci riuscirete, sorprendendovi di come ci siate arrivati semplicemente a tentativi, facendovi sentire un pò come i ragazzini del film Explorers (1985). Comunque, all’inizio il tutto sarà assolutamente semplice, visto che il percorso per il “lato A”, cioè la parte single player del gioco, è obbligato.
Il lato A infatti vi servirà anche come tutorial iniziale per imparare le regole bizzarre del mondo di No Man’s Sky, nomen omen, dove in pratica la luna principale che potete vedere dal suolo del pianeta su cui vi trovate altro non è che la rifrazione/mappa del pianeta stesso. Con i classici tasti WASD o con il controller, impostabile all’avvio dell’applicazione, si gira su se stessi e si percorre il pianeta da una visuale molto ristretta, che ricorda un po’ la prospettiva di un campo da calcio della serie di Capitan Tsubasa (Holly & Benji).
Trovando degli artefatti da agganciare alla vostra pseudo-pistola, tre per la precisione, potrete interagire con la luna, ruotandola per scrutare posti da raggiungere, sparando marcatori che vi aiuteranno a trovare la via o… spostando completamente il suo asse trasportandola in giro, fino addirittura a coprire il sole! L’impatto con questa caratteristica è, sopratutto la prima volta, devastante. Ma qual è lo scopo di No Man’s Sky? Beh diciamo che risolvere il puzzle principale della sezione di gioco Single Player richiederà non più di pochi minuti, una ventina massimo, e vi insegnerà le basi per affrontare il resto, in pratica l’anima del gioco stesso, ovvero la modalità esplorativa Multiplayer.
Scegliendo all’inizio del gioco una “stagione” e procedendo sul “lato B” del Navigatore, avrete a disposizione un’ intera galassia da esplorare, in lungo e in largo. Ma anche altri giocatori potrebbero esplorare la stessa galassia nello stesso momento, quindi il vostro obiettivo è di trovare un pianeta in particolare, visibile dal suolo una volta atterrati e marcato nel cielo da un cerchio, di cui non avete assolutamente le coordinate. La situazione non è però competitiva, è tutto molto zen, è esplorazione, non ci sono avversari da abbattere, c’è solo da scendere sul pianeta (ammesso che abbiate afferrato il funzionamento del Navigatore) e scovare la sfera di energia risolvendo i puzzle, cercando di riconoscere le costellazioni che vi aiutano ad arrivare al pianeta designato.
Potete anche semplicemente scendere a guardare il panorama per poi accorgevi che non c’è nessun puzzle, ma la sfera è li che vi aspetta, pronta ad essere attivata per rivendicare il nome del pianeta stesso: questa è una parte importante del gioco, perchè a parte i nomi della fidanzata, del cane o le parolacce, potrete anche lasciare delle tracce per gli altri giocatori (o essere ingannevoli). Potreste anche atterrare su di un pianeta che è ormai gia stato “risolto”, quindi ha già ricevuto un nome, e tutto quello che potrete fare sarà magari cliccare due volte su ESC per tornare al Navigatore, cercare un nuovo pianeta o restare ed ammirare il panorama.
Mi piacerebbe concludere questa recensione dicendo che centinaia di migliaia di puzzle tutti diversi vi aspettano sui pianeti di No Man’s Sky EP, ma purtroppo non è così. Alla quinta ora di gioco, mi ritrovavo a vagare per pianeti soltanto per la curiosità di vedere se c’era qualcosa di artisticamente interessante oppure originale rispetto agli altri, insomma roba da fotografare e da mostrare alla community, per poi discuterne.
I puzzle di No Man’s Sky si contano sulle dita di una mano e difficilmente sono complessi, anzi, la maggior parte delle volte sono anche ripetitivi, se non nulli, tanto da farvi trovare l’obiettivo proprio di fronte. La cosa potrebbe far storcere il naso soprattutto quando ci vogliono minuti interi per attraversare fisicamente una parte intera di galassia prima di fare “il salto” ed atterrare. Il punto è che i puzzle potrebbero anche non esserci. Per certi versi, potrebbe non esserci anche la parte giocata, qui si tratta di pura e semplice esplorazione e ricerca. Il gameplay della sezione single player è quasi fuorviante, perché vi fa immaginare un gioco che alla fine dei conti c’è solo in minima parte.
Ci sono indubbiamente le bellissime forme – il gioco è tutto in flat shading a bassa densità poligonale – ogni pianeta risulta razionalmente molto bello da vedere ed artisticamente interessante da apprezzare, alcuni più degli altri, con delle musiche veramente d’atmosfera (un sacco di tracce, oltretutto) ed effetti sonori che diventano col tempo familiari e che fanno comunque parte dell’ esperienza esplorativa. Lo studio della galassia e la rifrazione della stessa in ogni ambiente di gioco sono geniali, ma… se non avete tempo da dedicargli, se non vi sentite un pò esploratori dello spazio e anche un pelino voyeur delle forme (e dei cameo, tantissimi, scovarli è una sfida), se non avete tempo da dedicare alla community, allora questo non è un gioco che fa per voi.
In generale non è un gioco che fa per tutti, perchè per capirne l’essenza bisogna essere emozionalmente predisposti e decisamente molto, molto poco superficiali. Posso dire che da parte mia c’erano la voglia e la speranza di vedere un gioco completamente infarcito di puzzle, da risolvere come una sorta di Portal tutto italiano. No Man’s Sky è invece un qualcosa di molto più artistico ed indirettamente cervellotico.
Certo, non si può dire che non sia totalmente originale come esperimento e ha un costo decisamente abbordabile, quindi, se siete interessati e vi colpisce il lato artistico/onirico/esplorativo che il gioco offre a secchiate, fateci un pensierino, sopratutto se vi siete appassionati ad altri esperimenti indipendenti come Dear Esther o Datura.
È fin troppo facile travisare l’essenza del gioco di Hello Games. Ed è un peccato.
7
Se non ve ne siete accorti, ho preso la recensione di MirrorMoon EP che ho scritto per IGN ed ho cambiato due parole ogni tanto :V
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