Doom
È il futuro. L’umanità ha smartphone sempre più potenti, ha conquistato marte, ed ha bisogno di corrente per giocare ad Assassin’s Creed 98 e far girare i condizionatori. C’è un’unica soluzione a questa crisi energetica, ed è ovviamente quella di aprire un portale verso l’inferno ed utilizzare la sua energia per raffreddare la coca cola. Dimostrazione che le multinazionali farebbero di tutto pur di non usare energie rinnovabili.
Il tutto va a pu**@ne
Come era OVVIO a tutti tranne che a quei geniacci che hanno progettato il sistema, rompere le palle ai demoni non è una gran bella idea. Sono tre giochi che ci provano, e sono tre giochi che tutto va a quel paese. A maggior ragione se assumete come capo ricercatrice una fan dei My Chemical Romance (nel senso che è sia emo che vecchissima).
Va beh, la nonna emo di Andreotti decide di far tornare il nipotino preferito per una visita ed apre un portale stabile verso l’inferno, i demoni escono a valanghe, e noi ci risvegliamo nudi ed incatenati ad un tavolo, mentre tutto intorno a noi girano dei mostri orrendi. A differenza dei venerdì sera del Pupo redazionale, però, qui comincia il massacro.
E che gran fot***issimo massacro che è!
Tempo 2 minuti ed il nostro silenzioso eroe si è armato di Shotgun e della sua storica uniforme verde. Strano che ci sia un verde a risolvere la crisi energetica, i verdi italiani son buoni solo a rubare lo stipendio. Questo verde invece è efficentissimo, talmente efficiente che vedere un verde darsi da fare così tanto farebbe prendere un arresto cardiaco a Berlusconi (gh gh).
Va beh, dicevo, tempo due minuti netti e cominciamo a prendere a fucilate tutto ciò che si muove.
Il gioco è uno FPS vecchio stile, pesantemente scriptato, e presentato in forma di corridoio/arena/corridoio.
Doom è a pieno titolo un ritorno agli anni 90
Il gioco è freneticissimo. Scordatevi energia rigenerabile, muretti, approcci ragionati. Il gioco è un tripudio di esplosioni, cervella, armi potentissime, esecuzioni e strafe laterali. In Doom si troverà a proprio agio un giocatore della scuola ID Software (ma va?) più che un seguace di Infinity Ward. Il gioco sarà pieno di medikit e munizioni in giro per la mappa, ma queste non saranno mai troppe. Il gioco infatti costringerà a cambiare spessissimo armi, sia a seconda dei nemici (alcuni dotati di vere e proprie immunità ) sia perchè sarà facilissimo rimanere a corto di alcuni tipi di proiettili.
Per rimediare, però, ci sono le esecuzioni. Quando un nemico subisce sufficiente ammontare di danno lampeggerà di arancione. Un attacco melee farà partire una esecuzione, violentissima, gratificante e remunerativa. I nemici uccisi dalle esecuzioni droppano un bel po’ di vita e munizioni (PS: le animazioni sono diverse a seconda della nostra posizione e da dove miriamo il nostro attacco. Alcune sono FANTASTICHE). Era una cosa che mi spaventava non poco il fatto delle animazioni, temevo interrompessero il ritmo, ma le mie paure sono rivelatesi infondate. Pochissimi secondi di frame ed estremamente fluide, sono perfette per l’atmosfera di gioco. La soddisfazione di strappare una testa o percuotere un demone con il suo stesso braccio a ritmo di una colonna sonora metal mozzafiato è davvero immensa.
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Il gioco poi è pieno di segreti. Le mappe sono larghe, contorte e piene di anfratti. Proprio come ci aspetteremmo da un gigantesco laboratorio. Progettato come un labirinto. Ha senso la cosa.
Va beh, dicevo dei segreti. Tantissimi ed anche piuttosto importanti, ci viene in aiuto la possibilità di rigiocare tutte le missioni per scovare quello che non abbiamo trovato in precedenza.
I power up sono importantissimi percvhè i nemici sono tanti, molto aguerriti, e la nostra energia se ne va in fretta quanto una ricarica telefonica dopo che ti hanno rubato il cellulare. Ad aiutarci c’è il sistema di upgrade. Ed è piuttosto complicato per un gioco frenetico ed immediato come Doom.
Ok, quasi ogni arma ha due spari aggiuntivi, che si abilitano dopo aver trovato particolari droni. La nostra tuta si può potenziare trovando chiavette usb nei cadaveri delle guardie della colonia. Il Doom Guy si potenzia trovando dei globi e gli spari secondari delle armi si potenziano con dei punti che si ottengono a seconda delle nostre prestazioni nei livelli.
A questo si aggiungono delle rune, fino a 3 equipaggiabili, che si sbloccano trovando un portale specifico per ogni runa e completando la sfida al suo interno. Ah, e le rune si potenziano compiendo determinate azioni quando le abbiamo equipaggiate.
Roba che manco Final Fantasy 7.
Il gioco ha anche una modalità multiplayer canonica e trascurabilissima, per nulla innovativa o particolarmente emozionante. Doom è da single player. E c’è anche una funzione di creazione mappe, ma è ancora abbastanza grezza ed all’E3 hanno mostrato come la potenzieranno. Aspettiamo fiduciosi.
In buona sostanza, Doom è un gran gioco. Frenetico, divertente, ti sprona a fare meglio ma raramente punisce troppo. Non mi coinvolgevo così tanto in uno FPS da un sacco di tempo.
Straconsigliato.
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