Day of the Tentacle Remastered
Non ricordo quando provai per la prima volta Day of the Tentacle. Ricordo i floppy però. All’epoca non sapevo che fosse stato creato dalle stesse persone di Monkey Island, ma fu amore a prima vista perchè Storia è sempre stata una delle mie materie preferite (da piccolo volevo fare l’archeologo), ma anche il tema dei viaggi nel tempo mi è sempre piaciuto, non a caso Ritorno al Futuro è di gran lunga la mia trilogia preferita della vita.
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Un avventura grafica in cui bisogna sventare la conquista del mondo da parte di un tentacolo mutato geneticamente, e dover risolvere enigmi nella stessa location ma in periodi storici diversi (tipo Ritorno al Futuro, appunto) è il motivo principale per il quale me ne innamorai.
La prima cosa che notai fu la grafica. “Sembra un cartone animato” mi dissi, ma a rivedere oggi la versione classica non potrei dire la stessa cosa, soprattutto se messa a confronto con il lavoro fatto da Tim Schafer (creatore dell’originale insieme a Dave Grossman) e la sua Double Fine per Day of the Tentacle Remastered.
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Oggi, come allora, la prima cosa che si nota è la grafica: linee e stile sono identici alla versione classica, ma è tutto definito, pulito e sparato in alta risoluzione.
La curiosità è che, guardando le tavole e le bozze originali datate 1992 del grafico Peter Chan (sbloccabili come contenuto Extra nel gioco), si potrebbe quasi dire che DOTT sarebbe dovuto essere così sin dall’inizio: i disegni risalenti a 24 anni fa sono stati presi e digitalizzati senza cambiare una virgola.
Questo, ovviamente, dà ancor più valore al lavoro fatto all’epoca con mezzi limitatissimi, ma deve essere stata una gran soddisfazione per l’artista vedere il proprio progetto prendere vita oggi, secondo la propria esatta visione.
Inoltre, il pericolo di vedere il quadro originale mutilato e/o stretchato per ottenere forzatamente un widescreen è stato scongiurato dalla nuova interfaccia d’interazione che, sostituendo i classici nove verbi più inventario con un moderno sistema Verb Coin e inventario pop-up, ha permesso di mantenere le proporzioni originali anche riempiendo uno schermo 16:9.
In definitiva, DOTT Remastered ha un impatto visivo impressionante come lo aveva più di due decadi fa, e gran parte del merito va al suo stile cartoonesco senza tempo. A questo proposito consiglio vivamente a chi ha giocato la versione classica di farsi una run del Remastered attivando i commenti degli sviluppatori, disponibili al primo avvio.
Nonostante abbia uno stile completamente diverso dalle storiche avventure grafiche Lucas, Day of the Tentacle rientra sicuramente tra quelle più amate dai fan, forse proprio perchè è il titolo che riflette maggiormente il carattere demenziale di tutta la libreria Lucas anche attraverso uno stile grafico completamente spogliato di quegli elementi cupi che portano in dote tutti i predecessori.
Ma il marchio di fabbrica delle avventure grafiche Lucas erano sicuramente enigmi, puzzle e dialoghi, e DOTT era/è degno di farne parte anche sotto quest’aspetto.
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Oltre a puzzle ed enigmi fuori di testa (non tanto per la difficoltà quanto per la natura estremamente demenziale) DOTT presenta un elemento geniale che si adatta perfettamente al genere: la “quadrimensionalità” (come direbbe un famoso scienziato).
Come detto nell’introduzione, tutto il gioco si svolge nella stessa location ma in periodi storici diversi: presente, passato e futuro. Bernard (personaggio che arriva direttamente dal prequel Maniac Mansion), Hoagie e Laverne devono collaborare simultaneamente ma in epoche diverse per sventare la minaccia di un tentacolo dotato di intelligenza umana, risultato di un esperimento del Dr.Edison (anche quest’ultimo, come tutta la famiglia, proveniente dal prequel). Tutto questo dà vita a situazioni comiche dall’inizio alla fine del gioco, con dialoghi, enigmi e rispettive soluzioni altrettanto comiche.
Se da un lato siamo davanti ad uno dei migliori esponenti delle avventure grafiche LucasArts migliorato nell’interfaccia e nella grafica, dall’altro ho riscontrato un paio di cose nella versione PS4 che mi hanno fatto storcere il naso: la prima è un problema tecnico che riguarda gli autosave e il caricamento delle scene di intermezzo in quanto, durante queste fasi, il gioco freeza anche fino a 2 secondi, cosa che può peggiorare se si gioca con i commenti degli sviluppatori attivi, tanto che una volta è stato necessario chiudere e riaprire l’applicazione perchè si era completamente inchiodata; il secondo problema è che premendo un taso vengono evidenziati tutti gli elementi ambientali con i quali si può interagire.
Mi rendo conto che quest’ultima è più una critica da fan del titolo e appassionato del genere, d’altro canto ho sempre pensato che la ricerca degli hotspot e qualsiasi tipo di interazione con essi sia parte integrante del concept che sta alla base delle avventure grafiche, in quanto la difficoltà è data anche dall’osservazione dell’ambiente per scovare oggetti che possano aiutare il giocatore nella soluzione di un puzzle o, quantomeno, ad aggiungere dettagli a storia e mondo di gioco in generale. Per me che sono “nato” con le avventure grafiche, la possibilità di evidenziare gli hotspot toglie davvero tantissimo all’esperienza.
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Do per scontato che i fan hanno già comprato questa nuova versione di DOTT per giocarlo con i commenti degli sviluppatori e per sbloccare tutti i contenuti extra (bozze, tavole e concept originali) perchè a questo prezzo e con il cross-buy sulle piattaforme Sony (PS4 e PSVita) si può rivivere nel suo pieno splendore un grandissimo pezzo di storia delle avventure grafiche (Maniac Mansion incluso, nonostante sia la versione in inglese), per questo anche chi non ha mai giocato la versione originale lo dovrebbe comprare. Sono sicuro che l’impatto sulle “nuove leve” sarà lo stesso che avemmo noi quando lo giocammo venti anni fa. Solo fatemi (e fatevi) un favore: non usate il tasto per evidenziare gli hotspot.
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