il 2015 è stato un bell’anno
Noi videogiocatori, come community, siamo proprio dei musoni. Ci piace litigare. Ci insultiamo l’un l’altro quando abbiamo opinioni differenti (o quando lagghiamo, ma li ci stà ), soprattutto non quando a qualcuno non piace il nostro gioco preferito, bensì quando a qualcuno piace ciò che a noi non sconfinfera. Niente fa più arrabbiare alcuni giocatori che vedere qualcuno che si diverte con un titolo ritenuto indegno.
Sono solo giochi.
Siamo tutti accomunati da questa ricerca senza fine dell’intrattenimento perfetto. Abbiamo tutti il desiderio di vedere il nostro punteggio aumentare, di finire quell’ultima quest, di trovare quell’ultimo collezionabile, o semplicemente di veder vincere il nostro team e trionfare nelle classifiche.
Eppure ci dividiamo tutti in polemiche inutili e sterili su quale console è la migliore, su quale gioco è il più bello, su come e quando la gente si deve divertire.
Il 2015 è riuscito in un qualcosa di unico. Il 2015 ha proposto qualcosa per tutti, riuscendo in un solo colpo a minimizzare i conflitti interni fra fan-bases indirizzando lo sdegno quasi collettivo verso un nemico comune (Stò guardando te #FucKonami) e proponendo titoli per tutti i gusti che, bene o male, hanno soddisfatto tantissimo.
Ecco quindi, in ordine completamente casuale, i titoli che ho apprezzato di più nel 2015. Nota bene, alcuni titoli li ho solo provati e non finiti; la mia opinione è basata sulle sensazioni che mi hanno trasmesso e nessun voto è assegnato ai giochi. Non sono recensioni, ma semplici considerazioni.
Batman Arkham Knight
Cominciamo con il cavaliere oscuro. Un titolo massacrato dalla reputazione ottenuta per la versione PC davvero terribile (anche se, come ho detto in fase di recensione, io problemi sul PC non ne ho mai avuti) è in realtà un gioco fantastico. Ampio ma non troppo e con moltissime cose da fare ma non troppe. Fluido e giocabile, è il titolo di Batman definitivo. Gadget, scazzottate e Batmobile si alternano con una grazia non comune e Gotham non è mai stata così bella. Mark Hamill da oscar nella sua performance come Joker.
Transformers
Platinum sa davvero come lavorare sugli spectacle-fighters. I Bayonetta, Vanquish, ed ora Transformer. Prendete l’eccellente sistema di controllo di Bayonetta 2 e mettetelo su di un gioco che ha venduto più di 6 copie, con gli amatissimi robottoni della nostra infanzia doppiati dalle voci originali e disegnati come devono essere disegnati. Vi serve altro?
Splatoon
Inutile negarlo, quando Nintendo si mette in testa di ridefinire un genere, Nintendo lo fa. E da Nintendo non ci si aspettava proprio la creazione di uno sparatutto multiplayer in terza persona di questo spessore. Con una formula originalissima ed un gameplay fantastico, Splatoon è una vera gemma che Nintendo continua a supportare con tantissimo materiale DLC completamente gratuito, ma purtroppo piagato dall’acerrimo nemico della grande N, ovvero un Netcode ballerino ed estremamente lento.
The Witcher 3
Il mio personalissimo Game of the Year. TW3 le ha tutte. Immenso, profondo, giocabile, appassionante. Ed è dannatamente bello da vedere. Ci sono momenti in cui mi sono fermato a guardare il paesaggio e restare stupito davanti a questo quadro in movimento. Effetti atmosferici dinamici e ciclo giorno/notte rendono questo gioco una festa per gli occhi, e poi si comincia a giocare ed è una festa per tutto il resto. Se dovete recuperare anche solo un titolo del 2015, recuperate TW3.
Dungeons 2
L’immancabile simulatore. Il Dungeon Keeper che EA non ci ha mai dato. Divertente da giocare, simpaticissimo nella narrazione, coloratissimo e vivace da vedere. Il gioco non è ricchissimo di contenuti, e sicuramente ha più di un problema e non è esente da difettii, ma quando arrivano gli Steam Sales procedete all’acquisto.
Metal Gear Solid 5
MGS5 non poteva mancare in queste mie piccoli digressioni. Il gioco è enorme e curatissimo come solo Kojima sa fare. Un sacco di cose da fare ed un sacco di modi per farle, ambienti enormi e stupendi, ed un mare di sensazioni che il gioco riesce a trasmettere. Ci sono stati momenti in cui, assieme a D-Horse, mi sono ritrovato a camminare a passo lento nel deserto, tranquillo ed in pace con il mondo come solo in Red Dead Redemption mi era successo. Poi ho visto un sacco di pecore che ho Fultonato alla mia base ed ho riso come un cretino per 15 minuti ai loro belati.
Dying Light
Parkour in prima persona alla Mirror’s Edge ma in un ambiente vastissimo e ricco di Zombi da prendere a calci. Progressione del personaggio. Un sistema di combattimento molto fisico e brutale. Non GOTY, ma vale i soldi se scontato almeno del 33%.
Ci siamo divertiti
Riguardando la lista e ripensando a tutte le grandi uscite dell’anno mi sono proprio reso conto di quanto siamo stati immersi in un anno di uno spessore enorme, sia dal lato single player che multi player.
Oltre ai titoloni single player citati ci sono altri prodotti enormi, Tomb Raider, Fallout, Just Cause, in grado di offrire ambienti enormi ed avventure emozionanti. Questo è decisamente un bel sengale, soprattutto considerando quanto questi titoli hanno venduto. Finalmente i publisher si sono resi conto che è importante creare prodotti per la categoria dei giocatori in singolo, che hanno ancora moltissima voglia di giocare ed hanno comunque denaro da spendere sui loro titoli.
Dall’altro lato ci sono prodotti esclusivamente orientati al multiplayer, tipo Battlefront ed il recente Rainbow Six. E questo va benissimo. Sono prodotti divertenti, in cui si entra, si giocano un paio di partite e si esce. Pillole di gioco per quando non si hanno 2 ore da dedicare a Fallout 4 ma si vuole qualcosa di più impegnativo di un gioco mobile. Il problema è che entrambi i titoli citati non hanno una quantità di contenuti tale da poter essere venduti a prezzo pieno senza perdere la faccia (In fondo però EA ed Ubisoft la faccia l’hanno persa anni fa, quindi nessun danno :V ) e si può capire benissimo quanto l’acquisto del gioco sia solamente lo scheletro su cui si dovranno applicare tutti i vari DLC e le microtransazioni. I publisher hanno capito benissimo quanto alla gente piaccia vincere più facilmente possibile, ed in un single player questo non ha molto senso, ma in un multiplayer lo ha eccome. Ecco quindi che, secondo me, assisteremo ad un ulteriore declino contenutistico nei prodotti multiplayer alla release, perchè l’avidità di queste compagnie non conosce limiti e tireranno la corda fino a che la situazione non gli scoppierà in mano, esattamente come con i terribili Online Pass, vestigia fin troppo dimenticate di un passato troppo recente e monumenti indelebili all’ingordigia dei publisher.
E non dimentichiamo la perdita di credibilità enorme di #FucKonami. Fra la cancellazione di Silent Hill e le controversie associate a MGS5 e Kojima il sentimento della community verso lo storico publisher ha raggiunto i minimi storici, ed a ragione. Speriamo di vedere Kojima in un team che ne può valorizzare di più le incredibili doti di Game Designer.
In ogni caso però non posso che apprezzare tutto il divertimento e le emozioni che il 2015 mi ha trasmesso, e posso dire con orgoglio che non sono mai stato così contento di essere un videogiocatore.
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