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King’s Quest: A Knight to remember

Da non confondersi con King Quell e King Quell’altr’

King’s Quest: A Knight to remember

Quando eravate bambini vi siete mai messi vicino a vostro papà, vostra madre, o meglio ancora vostro nonno ad ascoltare vecchie ed affascinanti storie del loro passato? Un tuffo negli anni che furono, vicende perdute nel tempo che, con gli occhi di un bambino, potevano diventare magiche ed avvincenti? A me non è praticamente mai successo (the feels! :V ndTMO). Per fortuna è il metodo narrativo utilizzato da The Odd Gentleman per far rivivere un brand storico di Sierra Games: King’s Quest (un pò meno foreveralone! :V ndTMO).

King’s Quest ha più di 30 anni sul groppone durante i quali si sono susseguiti 8 titoli della serie principale, più compilation e titoli affini. Con tutta onestà, sono ignorante della vecchia saga (sempre meglio oggi eh? :V ndTMO) , non ho potuto giocarla, ma provo rispetto per Sierra, tanto che mi sono buttato a capofitto con tanto entusiasmo in questo sequel/reboot! Un sequel, perchè a tutti gli effetti il nonnino che ci sta raccontando la storia è Re Graham, l’eroe reso leggenda nei vecchi titoli di King’s Quest. Attraverso la voce di Chrystopher Loyd (sì, proprio lui..!), Graham fa rivivere a sua nipote Gwendolyn le storie di lui da ragazzo che, in questo capitolo, dovrà cercare di diventare un cavaliere della Guardia Reale di Daventry al servizio di Re Edward. Ci riuscirà?

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Non ve lo dico.

Le avventure grafiche sono un genere che mi è sempre piaciuto, sebbene continui a pensare che la bellezza, l’umorismo e l’originalità di Monkey Island saranno per sempre insuperabili e irraggiungibili, KQ mi ha letteralmente rapito. Posso provare a trovargli delle pecche se volete, o posso discutere con voi e fare anche il puntiglioso su alcuni aspetti, ma sarebbe superfluo perchè non vedevo qualcosa di così interessante e anche leggermente innovativo da anni. Sapere poi che questo è solo il primo di 5 capitoli totali che usciranno poco per volta e che me lo sono gustato per 7 ore, beh, mi lecco i baffi e i sopra baffi (quelli di sotto no? :V ndTMO).

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Nessuno spoiler, tranquilli

Non voglio raccontare niente delle vicende o degli enigmi trovati perchè sono il nucleo pulsante di questo genere di giochi e non vi voglio rovinare niente; vi basti sapere però che il punto di vista del racconto, con i commenti esterni su quello che sta succedendo in game o sulla possibilità o meno di usare certi oggetti dell’inventario (minimale e di facile utilizzo) da parte di Graham anziano con la nipote Gwendolyn, sono un tocco di classe. Se pensate poi che le singole vicende raccontate sono correlate tra loro e che potrete scegliere sia quale strada percorrere prima di altre, sia quale decisione prendere nelle fasi clou della storia, capirete come l’intreccio in generale si modelli in base alle vostre scelte tanto che scegliere un’arma piuttosto che un’altra avrà ripercussioni fino alla fine dell’intera storia del gioco, probabilmente.
Gli enigmi, comunque sia, sono ben studiati e ingegnosi e, sebbene non vi incaglierete per ore prima di trovare la soluzione, sono funzionali per un proseguio della storia a ritmo piuttosto incalzante senza farvi mai annoiare e/o farvi sfociare nella frustrazione. Una storia quindi che per quello che si è potuto capire dal primo capitolo, promette colpi di scena e un buon intreccio con i personaggi che abbiamo finora conosciuto. Sono convinto che li ritroveremo e riusciremo ad affezionarci ancora di più a loro.

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Per dipingere una parete grande ci vuole un pennello grande

L’elemento che più mi ha colpito di KQ, già dalla presentazione in sordina all’E3 di quest’anno, è la grafica. La storia, i personaggi, i movimenti, la strutturazione delle location, un tutt’uno incredibile con la grafica che sembra pennellare qua e là le vicende, enigmi ed ambientazioni in un colpo solo. Un fluire di eventi, fondali e personaggi in un’unica grande onda omogenea di colore a tinte vettoriali, ma acquerellate, definite e a tratti anche indefinite, una base artistica solidissima e davvero affascinante da mirare e rimirare. Una concept art a mio avviso perfetta e squisita che si sposa magnificamente con i temi trattati da KQ: una grande storia medievale-fantasy che sa di fiaba per bambini. Tutto accompagnato da una colonna sonora perfetta, sempre in punta di piedi e mai fuori luogo. Musiche che con semplicità sottolineano sia i momenti di spannung (ti sei tedeschizzato tutto di un colpo? non potevi scrivere “tensione”? :V ndTMO) che quelli più frivoli ( e perchè non “frivol” qua? eh?! ndTMO).

Eh sì, perchè in KQ c’è anche tanto umorismo e sottile ironia che può comprendere bene chiunque grazie ad un inglese mai troppo difficile e all’ottima prova dei doppiatori che sembrano a proprio agio con i personaggi loro affidatogli. Insomma, King’s Quest ha lasciato tante note positive per questo primo capitolo, tanto da pensare che sarà un Giocone con la G maiuscola che sfrutterà il sistema di divisione in capitoli meglio di tanti altri (e per una volta non è un gioco TellTale). Un’avventura che, con l’utilizzo di soli 5 pulsanti da tastiera e ogni tanto qualche click del mouse, saprà regalarvi alcune ore splendide nei panni di un giovane protagonista goffo, ma dal cuore d’oro che cercherà di dare forma alle sue ambizioni cavalleresche. Una gioco con un gusto estetico devastante in grado di farvi sorridere e forse anche piangere con una semplicità incredibile.

9

Un articolo di gog3

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piace scegliere le vie difficili, difatti sono un grafico in Italia. Le cose si sono ulteriormente complicate quando Er Pupo mi ha chiamato per chiedermi se volevo unirmi alla banda dei Castori. In peggio. Spero, tramite le cose che scrivo e scriverò qui di incrementare l’odio che le persone hanno nei miei confronti. ODIATEMI, anche perchè uso le X al posto delle Z, ma cercherò di non farlo.

07 Agosto 2015
Categoria: Comics, Review

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