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Download Digitale

A partire dal 2014 abbiamo assistito a pesanti spinte da parte di Sony e Microsoft nei loro negozi online, psn e xboxlive, per prodotti appena rilasciati. Con un piccolo problema: i prodotti a volte costano tanto quanto costano in negozio.

Lo stesso prezzo che c’è sullo scaffale, ma con la differenza che il prodotto non è poi rivendibile, non può essere prestato ad un amico, non può essere portato con se su un dispositivo che non è online per almeno parte del tempo.

In pratica, tutti gli svantaggi del digital download con lo svantaggio del prodotto da negozio, ovvero il prezzo più alto. Ma come mai i giochi scatolati dovrebbero avere un prezzo superiore? Beh, innanzitutto il prodotto è tangibile, fisico. Il materiale costa. E deve essere spedito dalla fabbrica al negozio, con costi di spedizione. Ed il commesso che lo mette sullo scaffale va pagato, così come l’affitto del negozio e l’elettricità e tutte le spese annesse e connesse. Col Digitale no. Da dove escono allora questi soldi?

Il publisher del gioco ci guadagna meno sulla copia retail. E per di più l’utente finale esige di poterla rivendere o scambiare, senza portare extra denari nelle tasche delle povere multinazionali (anzi ndTMO). Ed allora ecco la soluzione, eliminare tutto ciò che si può eliminare dai costi. In fin dei conti è già successo su PC e stà andando benone.

Ho già trattato in altri editoriali come mai su pc funziona (concorrenza signori miei) e non mi dilungherò sulla faccenda; Questo articolo è un j’accuse a quel lato dell’industria (non solo videoludica) che mi fa imbestialire!

Beast Mode

Ovvero la totale miopia dei quadri dirigenti, dove un facile guadagno oggi è da considerarsi estremamente preferibile ad un solido e costante introito in un tempo più prolungato. Si assiste sempre di più a publisher che cercano di raggruppare i loro prodotti in vetrine digitali proprietarie (vedi EA ed Origin, oppure il terribile, TERRIBILE, uPlay) per eliminare o limitare pesantemente le libertà di prezzi. La tattica non è proprio nuova, e nei negozi “fisici” è stata applicata per diverso tempo ma in maniera differente, prediligendo catene con sconti e maggiore scorta in cambio di visibilità.

Nel mondo del digital download questo apre ad una creazione di innumerevoli piattaforme di distribuzione che però si dividono in due tipi: quelle più furbe, alla uPlay, in cui devi essere registrato e loggato ma il gioco lo si può acquistare anche da competitor (anche se Ubisoft, da miopissima azienda che si stà dimostrando, stà cambiando questo approccio spingendosi più verso lo storefront vero e proprio), o quelle più invasive alla Origin, dove puoi comperare il gioco e devi autenticarti per giocare.

La grossa differenza fra questi sistemi è che i prodotti Ubisoft comunque andranno in saldo e seguiranno l’andamento di mercato calando di prezzo con l’età, mentre i prodotti EA costano 60 carte oggi e costeranno 60 carte domani, a meno di qualche gentile concessione di EA stessa. Su console è la stessa cosa. Microsoft, Sony e Nintendo hanno i loro store privati, dei microcosmi quasi totalmente esentati dalle leggi di mercato. E mentre si può sempre dire che se non ci piace uno store online possiamo sempre ricorrere al negozio o ad amazon e simili si può anche notare che questo è vero oggi, e purtroppo non per tutti i prodotti.

È infatti possibile notare sostanziali differenze di prezzo per prodotti digital download only su Xbox Live e PSN confrontati con Steam e simili (stò parlando di prodotti indie o che comunque non esistono in retail tipo State of Decay o Mars: War Logs). La tendenza è preoccupante.
Microsoft con XboxOne ha provato il colpo di coda dell’always online e delle pesanti limitazioni ma la rivolta della community ha fatto cambiare le politiche in corsa eppure è oramai da anni che questi prodotti digital download sono sproporzionatamente costosi su console senza che nessuno se ne preoccupi. E se una compagnia come Microsoft ha provato a puntare pesantemente sul DD significa che le loro ricerche di mercato sono state fatte ed è evidente che c’è gente che acquista i prodotti a quei prezzi; fintanto che ciò accadrà avremo sempre più publisher pronti ad allungare le loro avide manine sui lauti guadagni che arrivano da un prodotto il cui costo di distribuzione è quasi zero.

Come al solito l’industria stà prendendo ciò che è una grande opportunità per i “pesci piccoli” del mercato (quali produttori indipenenti che non si potrebbero mai permettere una struttura di distribuzione al pari dei grandi publisher) e la stà trasformando nel solito becero ed opportunistico tentativo di ingurgitare più denaro possibile, esattamente come è stato fatto con i DLC, i Free to Play e le microtransazioni. Ed in un mondo in cui il più grande distributore online si stà attrezzando per consegnare in 30 minuti via drone questo non potrà funzionare a meno che non sia imposto con limitazioni intrinseche nei sistemi (PS5 e XboxPaloma senza lettori ottici?).
E per quanto io sia un amante del formato in Digital Download (è estremamente più comodo che ordinare su Amazon o andare a comperare in negozio) almeno quanto l’acquistare in retail (anche se meno comodo adoro perdermi fra gli scaffali di videogiochi e consoles) mi auguro che avvenga presto un cambio di rotta nelle politiche di prezzi dei prodotti digitali, visto che i Deals with Gold e gli sconti per Plus non sono particolarmente appetibili.
E non parliamo nemmeno di quelli che sono i giochi dati gratis. All’inizio di queste promozioni i giochi in arrivo erano grosse produzioni; roba, in genere, di buona qualità.
Dal lancio della nuova generazione invece queste promozioni sembrano aver preso una deriva fortemente indie. Se è pur vero che i giochi indie sono spesso molto meglio di produzioni AAA, è anche vero che il ritorno economico dell’avere un abbonamento si è drasticamente ridotto.

Si spera che questo cambi nel momento in cui il catalogo di giochi “importanti” per le console si espanda.

Il futuro Digitale

Se Steam dal 2004 c’aveva visto lungo: ci sono una quantità infinita di siti web che ne vendono le chiavi digitali per attivare i giochi, che siano più o meno legali dipende da quanta voglia avete di indagare sui vari siti web prima di acquistare. Per le console l’unica eccezione la fa Amazon con il PSN, con un proprio negozio online dove addirittura può permettersi sconti ed offerte.

Però immaginate come sarebbe un futuro dove avete diversi negozi dove acquistare roba digitale, come oggi prima di prendere un videogame giriamo quella buona mezz’ora per trovare l’offerta migliore (dal classico .uk o .de di solito :V) la stessa cosa succederebbe con i titoli DD. Il problema è che è altamente improbabile: le Major hanno bisogno del controllo totale e di minori perdite possibili.

Ed a quanto pare Nintendo e Microsoft si stanno muovendo verso il Digital Only Device, come dimostrerebbe un brevetto depositato ultimamente. Potremmo aprire una polemica sull’ assenza di rimborso, cosa che Steam sta già applicando, ma l’abbattimento totale dei costi dei giochi fisici (non che il DD non abbia costi, i server e la banda si pagano, così come gli sviluppatori) assieme all’assenza dei tali, come su Mobile, porterebbe all’ impossibilità di confronto con il mercato Retail, in quel caso completamente inesistente.

Tra 10 anni quindi, il gioco pagato online 50/60€ potrebbe essere una “buona offerta di lancio”.

Un articolo di Prophet

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Sono capitato su questo sito di pazzi parecchio tempo fa, un semplice lettore come voi comuni mortali, ed il sito era differente allora; tutto era più semplice a quei tempi. Ma un giorno cominciarono le recensioni, e sentii un disturbo nella forza. TMO, Pupo e LostTrainDude erano soli e disperati, e solamente il successore della divina recensione di Hokuto poteva salvarli, ma era occupato. Quindi ho cominciato a dare una mano io. Gioco ai videogiochi da quando convinsi i miei genitori a regalarmi un Master System per Natale, e da allora non c'è stato giorno in cui non abbia trovato un modo per fare una partita ad un qualunque sistema di intrattenimento elettronico. Questo purtroppo ha generato in me un errore critico di sistema, da cui è nato Casimiro; personificazione di tutto ciò che c'è di sbagliato e corrotto nella community dei videogiocatori. Almeno ci fa ridere.

27 Agosto 2015
Categoria: Blog, Comics

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