Beyond Eyes
Annunciato in pompa magna all’E3, Beyond Eyes si presenta a noi in tutta la sua Gloria. Anche se io questa Gloria non l’ho mica vista, visto che la protagonista si chiama Rae :V.
Il gioco comincia con una cutscene a schermate fisse, dallo stile molto poetico ed acquarelloso, che ci illustrano il minimo di storia che dobbiamo sapere. Rae è una bimba come gli altri, gioca felice in giardino. Purtroppo un incidente con un fuoco d’artificio la priva della vista.
Da questo punto comincia il gioco, e Rae diventa amica di un gatto di nome Nani. E sentirete questo nome davvero tanto.
La storia prosegue poi con Nani uscendo dal giardino in cui Rae si aggira e la bimba, disperata per la mancanza del suo unico migliorissimo amico in tutto il mondo, decide di andarlo a cercare. Una scelta davvero poco felice.
Beyond Eyes è dunque l’ennesimo simulatore di passeggiata ad essere proposto ai videogiocatori nel vano tentativo di farci vedere come il videogioco possa essere arte, fallendo in maniera misera.
No, aspettate a linciarmi!
Vedo che avete già pronti i forconi, ma ascoltatemi un attimo.
Solo perchè il gioco è “artistico” non vuol dire che avrebbe dovuto esistere in quanto gioco.
Il mondo di Beyond Eyes è vuoto e bianco, ed il nostro scopo è quello di navigare gli ambienti basandoci su suoni, odori e sul tatto di Rae. Questo si traduce nell’avere lo scenario apparire attorno a noi in una grafica “acquarellosa” davvero piacevole da vedere, ma completamente senza senso, visto che il tutto si riduce ad un simil- GTA3 (non come stile di gioco eh, lo possono vedere tutti :V), nei tempi in cui il pop-up era una cosa davvero orrenda. Stessa roba.
Ed il gioco è lento. Lentissimo.
Rae si muove in questi ambienti in maniera incerta ed insicura, come ci si aspetterebbe, ed è interessante vedere come le cose che lei si immagina possano cambiare mano a mano che ci si avvicina e ci si rende conto di cosa siano realmente, ma la navigazione lenta unita ad un sistema di controllo impreciso e stranamente poco reattivo rendono il tutto non empatico e poetico ma solo frustrante quanto un dito in un occhio.
Per essere un gioco basato sull’esplorazione poi, Beyond Eyes è terribilmente scriptato e su binari. Un piccolo escamotage è stato aggiunto per indicarci la strada. I rumori spaventosi o sconosciuti, più ci avviciniamo alla fonte, più rendono il mondo tetro ed oscuro prosciugando i colori. Queste fonti di paura ci sbarrano la strada, costringendoci nuovamente ad una lenta, lentissima, agonizzante fase di backtracking.
Il sonoro, che per un gioco del genere è fondamentale, è fondamentalmente l’avere una costante ed incessante vocina che continua a dire “Nani Nani Nani” in continuazione , cosa che aggiunge solo alla noia ed allo stress. Leggermente migliori gli effetti sonori ambientali. Per quel che riguarda la colonna sonora… Ho finito il gioco un’oretta fa e giuro su Zeus che non riesco a ricordarmi se c’è o no una colonna sonora al di fuori dell’inizio e della fine del gioco. Non ci riesco proprio.
Fra i lati positivi dell’esperienza possiamo contare la longevità. Il gioco dura un paio d’ore e non ha assolutamente nessuna rigiocabilità se non per achievement hunting, per cui almeno l’agonia è breve.
In buona sostanza, Beyond Eyes è un progetto assolutamente inadatto ad un videogioco.
Se la storia fosse stata adattata ad un medium differente, nella fattispecie un corto animato, sarebbe riuscito a trasmettere tutta la carica emotiva ed il peso e la passione per la storia di Rae, cercando di forzare questo tipo di interattività a metà si crea solamente una sensazione di noia e fastidio.
Considerando che il finanziamento del prodotto era già fallito su Indiegogo, forse Microsoft avrebbe dovuto modificare l’essenza stesso del progetto.
È possibile che la casa di Redmond cercasse di ottenere il suo Journey/Ico/Unfinished Swan, sbagliando.
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