Un giro da 34BigThings
L’INTERVISTA!
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TORINO
Il titolo di questo articolo può essere aperto a molteplici significati, soprattutto equivoci ( :V ndTMO), in realtà questa è la bella storia di 3 ragazzi italiani che dopo aver studiato in Danimarca sono tornati, si sono rimboccati le maniche e hanno creato una bella realtà videoludica in quel di Torino.
Ragazzi semplici, giovani o giovanissimi che si sono fatti conoscere di recente al grande pubblico grazie al trailer di Redout che Microsoft mostrò alla Gamescom circa 2 mesi fa. Da quel momento il mondo si è ricordata di cos’era F-Zero, o forse non lo ha mai dimenticato, ma i progetti di 34BigThings sono, per il momento, due, entrambi legati alle corse e ai veicoli spaziali. Forse era inevitabile visto che la sede di questi ragazzi è posta di fianco ad un’autofficina e in azienda sono arrivate anche persone emigrate da Milestone.
In ogni caso i loro progetti sono HyperDrive Massacre (!!!) e Redout e soprattutto quest’ultimo fa vedere le potenzialità grafiche del team che non vuole fermarsi qui, ma ha anche altri titoli in sviluppo per il futuro. Dicevo, partiti da 3 persone, il team si è allargato passando a 8 e poi ad una ventina più un bellissimo cane (quello saprei farlo anche io! NDTMO! :V) tutti in un grande stanzone, una fucina di giovani ragazzi con voglia di fare qualcosa di figo, di far vedere che anche qui in italia si può creare una software house autosostenibile che vive dei suoi progetti e si fa conoscere al mondo. Non voglio dilungarmi tanto, per cui vi lascio alla video-intervista fatta a Giuseppe Enrico Franchi, lead game designer e co-fondatore del team, dove potrete scoprire chi sono realmente i 34BigThings e qualche curiosità anche sul loro futuro.
HYPERDRIVE MASSACRE
E’ il classico gioco che in fiera forse non giocheresti nemmeno. Lo guardi da lontano, magari sei in coda e dici: “hmmm non c’ho voglia di aspettare per provare un gioco del genere, magari passo dopo..se mi ricordo..”. ERRORE MADORNALE! Perchè? Semplice: Hyperdrive Massacre è un gioco veramente interessante, forse non graficamente parlando in quanto, per come è pensato e strutturato difficilmente potrebbe far vedere chissà quali effetti speciali da capogiro, ma ti incolla allo schermo. Fai una partita, perdi e ne vuoi ancora. Vinci, insulti l’avversario al tuo fianco che di sicuro vorrà la rivincita e via così come se non ci fosse un domani. Estremamente infognante e non credo che alla lunga annoi, anche perchè ci sono davvero tante modalità diverse. In studio dai 34 Big Things ne ho provate 4 e tutte meritavano di essere giocate e rigiocate. A questo punto vi chiederete cosa diamine è questo gioco ed è presto spiegato: potrete scegliere tra 16 cadillac volanti anni 80 e farle volare in 8 arene da battaglia diverse per devastare di laser, missili e mine i propri avversari. Si potrà giocare in single player, ma il meglio di Hyperdrive Massacre lo si vede nelle sfide multiplayer in locale (fino a 4 giocatori). La difficoltà è ben bilanciata, a meno che, come ci è successo, non trovi il betatester di turno che ti fa il culo a strisce perchè ormai ti sa dire anche quali sfumature di colore ha la carrozzeria della tua cadillac ad occhi chiusi.
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La versione del gioco, testata su Xbox One, presenta deI comandi semplici e ben pensati in quanto con lo stick sinistro si sceglie la direzione, con RT si accelera e si va avanti, con A si spara e con B tenuto premuto si attiva lo scudo in grado di deflettere i colpi. Ed è qui che sorgono i problemi in quanto, com’è giusto che sia, non si può tenere lo scudo attivato e sparare, ma prima defletti i colpi che ti stanno sparando, poi, col timing giusto, abbassi los cudo e fai fuoco a raffica, stando però attento a non morire per un tuo stesso missile che ti hanno rispedito al mittente. Bestemmie volanti e assai infognante insomma. Le modalità che ho provato sono state: Deathmatch, Team Deathmatch, Space Soccer e Pong. Le prime due sono le classiche partite tutti contro tutti o a squadre dove si contano i punti delle kill a fine tempo; la terza invece è molto divertente e consiste nel fare goal nella porta avversaria facendo rimbalzare la palla in tutti i modi possibili, con i missili, le mine, i power up, lo scudo. Se la palla tocca i bordi rimbalzerà di nuovo verso il campo e qui si possono scegliere le tattiche più disparate: dall’uccidere prima brutalmente gli avversari e poi andare sulla palla prima che si rigenerino, oppure rischiare e andare dritti sulla spalla con lo scudo alzato, oppure coordinarsi con il proprio compagno per dividersi i compiti e chi più ne ha più ne metta. Allo stesso modo anche la modalità Pong, l’unica eccezione è che non si potrà superare la metà campo, per cui si aggiungono ulteriori improperi. Che altro dire? Che ci avrei giocato ancora per ore e quando a giugno uscirà, accaparatevelo presto e invitate amici a volontà: passerete una gran bella serata!
REDOUT
E’ l’F-Zero e il Wipeout delle nuove generazioni. Il classico gioco di corse con navicelle spaziali che tanto spopolava negli anni 90 e che in questi ultimi anni nessuno ha potuto più giocare in quanto il genere non è stato più ripreso da nessuna software house. Poco male, ci hanno pensato i 34 Big Things a far scendere qualche lacrima ai nostalgici e ad incuriosire i nuovi gamer odierni. Redout, all’uscita prevista per settembre, porterà con sè 5 diverse navicelle che potremo potenziare ed evolvere, ognuna con approcci diversi di guida; 25 tracciati diversi divisi in 5 location dedicate; la modalità carriera dove potremo gareggiare contro il PC per scalare le classifiche; 7 tipi di evento diverso dalla corsa classica, a quella a punti o nell’arena ed infine la possibilità di giocare in multiplayer locale fino a 4 giocatori.
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La build che ho potuto testare girava su PC e potevo controllare la navicela con il pad Xbox 360. Premesso che non sono un grande giocatore di giochi di corsa e che si poteva scegliere ovviamente solo un veicolo, il gioco, visivamente parlando è una vera goduria per gli occhi. Sarà forse merito anche dell’Unreal Engine 4, ma i ragazzi di 34 big Things sono riusciti a dare spessore a degli environment che, seppur in low poly, “escono” tanto nel gioco, si lasciano guardare e ammirare. Colori vivaci, piste tecniche e montagne russe da capogiro, un mix veramente vincente per un titolo che immerge totalmente l’utente nel mondo di gioco. In attesa di poter ammirare il gioco definitivo tra qualche mese, per il momento sappiate che il progetto merita davvero le attenzioni che si è creato in questi mesi.
Giuseppe ho avuto il piacere di conoscerlo quando ancora non avevo idea di cosa si occupasse ed è una persona fantastica, sono felicissima che stiano avendo successo :D Non vedo l’ora di mettere le manone su Red:Out!
In bocca al lupo ai ragazzi di 34BigThings! Bella la storia del nome. Carinissimo il logo Beavers nel video. Per l’intervista avrei preferito un montaggio ed una registrazione audio più chiara.
E’ tutta colpa di David, come al solito ;D
era solo per indicare cosa mi sarebbe piaciuto, non voleva essere assolutamente un commento distruttiva :)
Ah io volevo solo dare la colpa a David, tranquillo! :V
-.-
Eh, ci sto lavorando raga, devo prendermi un mezzo migliore. Abbiate fiducia. Indie style :P .
Grazie della chiacchierata e del supporto! La prossima volta vedrò di:
a) dormire un paio d’ore in più
b) urlare più forte
c) accendere le luci!
Grazie a te per la disponibilità, non fossi stato dall’ altra parte dell’ italia sarei venuto veramente molto volentieri a dare uno sguardo da vicino :(
Non farlo! Indie is the way! :D! Non vedo l’ora di scassarmi su Hyperdrive cmq! ;)
Il problema non era tuo ma, come al solito, di David :V