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Ori and the Blind Forest

Altrochè Ori! Qua è platino allo stato puro!

Ori and the Blind Forest

Un metroidvania da completare al 100%

Quando ero più pischello e andavo a scuola, tornare a casa e giocare dopo pranzo era una delle cose più belle in assoluto. C’era tempo e c’erano anche tanti bei platform o action adventure da gustare. I giochi si finivano al 100%, prendendo ogni cazzatina in giro per i livelli. C’era sfida. E c’era anche tanta voglia di completarli in tutto e per tutto. Basti pensare a Super Mario, Donkey Kong, Zelda, Banjoo Kazooie ecc ecc. Oggi sono un bambino cresciuto e ho poco tempo, ma Ori and the Blind Forest mi ha fatto tornare quella voglia di giocare un 2D platform/action game come da tempo non mi succedeva. E di completarlo al 100%.

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Per i più religiosi e fondamentalisti dei termini e delle classificazioni, Ori and the Blind Forest viene definito un “metroidvania”, un termine che ora sta tornando molto di moda. Ovvero? Un videogame capace di mischiare elementi platform con quelli action e da RPG, in cui il o i protagonisti hanno a disposizione aree da esplorare come stessimo in un free roaming, ma l’accesso e il superamento delle stesse si ottiene solamente grazie ad abilità particolari che vengono apprese in game, esplorando o battendo dei boss.
Ori è stato quindi una bellissima sorpresa, come trovare un regalo che non ti saresti mai aspettato sotto l’albero alla vigilia di Natale. Qualcosa che insomma esula dalla tua lista desideri di Amazon.

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L’inizio..

Il gioco ha il suo incipit presentando una grande foresta e concentrandosi su Naru, una sorta di gigante ciccione che, vagando per i boschi, un giorno trova una piuma per terra. Andando a raccoglierla questa si trasforma in Ori, il protagonista della nostra avventura. Nasce così una forte amicizia tra i due; i giorni si susseguono felici, finchè le cose iniziano ad incrinarsi e la foresta viene invasa dalle fiamme. Il panico si diffonde, esseri malvagi compaiono e la Luce dei grandi Alberi sembra andare perduta ed addormentarsi. Anche Naru sembra avere la peggio dopo avere aiutato Ori donandogli l’ultimo cibo rimasto. Da questo momento in poi quindi sarà tutto nelle nostre mani e nel flebile corpicino di Ori: riportare la Luce nelle tre vaste zone del mondo affinchè il Sacro Albero possa tornare a risplendere e a bonificare tutti i luoghi circostanti. Un compito molto arduo per Ori, armato, inizialmente, solo dalla capacità di saltare e di emettere raggi per colpire i nemici.

Si inizia quindi con una sola abilità per esplorare la vasta mappa che pian piano dipanerete. Sconfiggendo piccoli e grandi avversari vi imbatterete in altri alberi più piccoli rispetto a quello “centrale”, i quali, infondendo nuovamente la Luce in essi, vi doneranno nuove abilità per poter arrivare all’obiettivo finale. Se nelle battute iniziali quindi potrete usare solo 2 tasti: A per il salto e X per lanciare fulmini, poco per volta vi troverete ad utilizzare presochè tutti i tasti, fino ad avere l’imbarazzo della scelta e la possibilità di studiare voi stessi le combo più efficaci per combattere o per essere più veloci nel fuggire da catastrofi naturali o da nemici che vi vogliono fare la pelle. Prima di addentrarci in discorsi leggermente più tecnici relativi ai comandi però, vorrei concentrarmi su altri punti che rendono grande questo titolo.

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Narrazione, grafica e gameplay da paura.

In primo luogo l’approccio alla narrazione. Dai primi minuti ci troviamo di fronte ad un racconto fiabesco, descritto seguendo le vicende di Naru ed Ori, ma facendolo in punta di piedi..”sottovoce”, lasciando alcune spiegazioni a poche frasi di un narratore che interviene emergendo da una colonna sonora magistrale, che evoca paesaggi mitici e fuori dal tempo. Sembra di trovarci di fronte ad un lavoro che cerca di innovare, vuole per lo meno tentare modi nuovi di sviluppare un action game caratterizzato da una grafica (e qui veniamo ad un secondo punto fondamentale del gioco) viva, dove vincono le tonalità pastellose, ma allo stesso tempo realistiche, ben definite da luci e ombre sapientemente dosate. Ambientazioni che in certe occasioni incupiscono, in altre esaltano la gioia e la felicità, oppure regalano puro piacere paesaggistico per gli occhi del giocatore, senza dimenticare di incutere l’ansia quando siamo di fronte ad un nemico che ci sta per fare la pelle. Una grafica insomma che non è solo un piacere da osservare, ma capace di regalare emozioni, cosa non semplice per un videogioco.

Tutto quanto appena descritto fa da base ad un gameplay che, col passare delle ore, si fa sempre più ricco e articolato attraverso l’apprendimento di una serie di abilità che renderanno Ori and the Blind Forest un’esperienza di gioco completa. A tutto tondo. Non voglio fare alcun tipo di spoiler, ma basti pensare che al di là dello sparare fulmini, potrete mettere KO i vostri avversari anche con la schiacciata a terra, oppure lanciandoli letteralmente contro muri ed ostacoli, o andandogli contro compiendo dei balzi iper veloci. Si avranno quindi più e più modi di affrontare i combattimenti, ma anche il gioco stesso; ovvero potremo decidere come scappare, da un mostro gigantesco; cosa esplorare prima, senza seguire per forza il prossimo obiettivo indicato sulla mappa; e anche dove e quando preferiamo salvare. Sì, proprio così, perchè un’altra peculiarità del gioco è il sistema di salvataggio. Potremo farlo in qualsiasi momento e in qualsiasi zona della mappa (a patto di non essere vicino a dei nemici), ma solo se Ori avrà a disposizione una sfera blu posta in basso a sinistra dello schermo. Tenendo premuto B, il gioco salverà in automatico, lasciando ben visibile un’aura di luce sullo schermo. Va da sè che queste sfere di luce blu potranno essere incrementate trovandone di altre sparse in tutta la mappa, così come quelle verdi che invece rappresentano la vita di Ori. Una volta morti perciò si riprenderà dal vecchio punto di salvataggio, perciò è caldamente consigliato salvare appena avrete completato un pezzo ostico, per evitare di dover rifare tutta la strada, con bestemmie annesse. Sia le sfere blu che quelle verdi possono essere recuperate: le prime trovando dei cristalli da rompere qua e là, oppure aspettando un lasso di tempo, mentre le seconde sconfiggendo nemici o trovando dei bulbi verdi cui basterà saltare sopra per ricaricarsi.

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Ori and the Blind Forest ha quindi tanto per essere, a mio modesto modo di vedere, un metroidvania eccelente che cerca di dare quel qualcosa in più, ma poggiando sempre su una struttura ben solida che possiamo riassumere seguendo questo schema logico: esplorazione, scoperta dell’abilità giusta, ritrovamento della chiave per accedere al “dungeon” , completamento del dungeon, fuga dal dungeon o dal boss in questione. Nonostante lo schema sia sempre bene o male questo, ha la capacità di non stonare. Di sembrare diverso. Vuoi perchè ci sono tre vaste aree da esplorare con paesaggi assai diversi tra loro; vuoi per una narrazione che cerca di spiegare le vicende anche di personaggi secondari arricchendo l’esperienza di gioco. Per quanto mi riguarda infatti, Ori è diventato un capolavoro verso la fine del secondo mondo, quando si parla di un determinato personaggio per me stupendo che è risucito ad interirmi veramente molto.

Dove stanno le note negative?!

Trovare lacune, note stonate ed errori mi risulta quindi davvero difficile. Forse le uniche pecche sono una scarsa varietà dei nemici e la mancanza di vere boss fight. Ma nell’ottica di cambiare un po’ le cose, tutto ciò si regge benissimo. La stessa durata del gioco, sulle 10 ore, al di lá del fatto che è molto soggettiva sia per attitudine al gioco, ai comandi e al voler o meno esplorare bene la mappa (il menù vi aiuterà tantissimo quando vorrete esplorare ogni minimo anfratto delle aree di gioco), pur non essendo esagerata ed essendoci sostanzialmente 3 mondi o aree da affrontare, è un tempo di gioco di grande qualità. Una decina di ore in cui vi sentirete appagati, in cui vi emozionerete e vi incazzerete per la difficoltà di alcuni punti che rifarete più volte; un tempo di gioco che sicuramente vi lascerà qualcosa anche una volta raggiunto il finale.
È stato un onore poterlo giocare e recensire e ringrazio Microsoft per il codice che mi ha concesso per Xbox One. Spero tanto che Ori rimanga una piccola perla dei Moon Studios e che non abbia un seguito, proprio perchè è bello così com’è, non ha bisogno di altro, se non di un bel voto che non mi sto vergognando di dare per quanto sarà alto.

9.5

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Un articolo di gog3

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piace scegliere le vie difficili, difatti sono un grafico in Italia. Le cose si sono ulteriormente complicate quando Er Pupo mi ha chiamato per chiedermi se volevo unirmi alla banda dei Castori. In peggio. Spero, tramite le cose che scrivo e scriverò qui di incrementare l’odio che le persone hanno nei miei confronti. ODIATEMI, anche perchè uso le X al posto delle Z, ma cercherò di non farlo.

08 Maggio 2015
Categoria: Comics, Review

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