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Hotline Miami 2 – Wrong Number

A Miami le linee sono incandescenti, usate i punti! :V

Hotline Miami 2 – Wrong Number

Forse qualcosa di Wrong c’è?!

E’ stato uno dei regali che mi sono fatto per i 30 anni. Un regalo che sarebbe arrivato qualche mese dopo. Una limited edition, forse non delle più complete ed esaltanti, ma quei 3 vinili fluo mi chiamavano tanto. Memore della stratosferica colonna sonora del primo HotLine Miami, avere la possibilità di ascoltarmi questa nuova OST su giradischi non avrebbe avuto prezzo. DIfatti l’ho pagata un botto, soprattutto le spese di spedizione (e la dogana anche alla fine!! Porc..). In questo momento mi sto domandando: “ne è valsa la pena?”.

La prima bestemmia non si scorda mai

Per chi non lo sapesse, HotLine Miami è un gioco di bestemmie. Non nel senso che comandiamo un personaggio che le lancia, ma nel senso che è impossibile giocarci senza invocare il nome del Signore almeno una volta. Personalmente a sto giro mi sono superato, con tanto di pugno sulla sedia e morso ad un braccio, ma questa è un’altra storia.
HotLine è un gioco con vista dall’alto, grafica pixel old style molto curata, colori super saturati e psichedelici in cui comandiamo dei personaggi il cui unico obiettivo è entrare in diversi edifici e ripulirli dai nemici massacrandoli nei modi che si ritengono più opportuni: armi da fuoco, da taglio, menando pugni e sbatacchiando teste per terra fino a spaccare crani e vederne le cervella. Sì, è piuttosto cruento, pur avendo una grafica che fa pensare a mondi fatati e personaggi col sorriso stampato in faccia.

Il primo capitolo fu un vero fulmine a ciel sereno, amore a prima vista, anche e soprattutto per la frenesia che portava con sè: non ci sono caricamenti e si muore una quantità industriale di volte se non si sta attenti (e anche se lo si fa..), ma proprio questo continuo error & try accompagnato da tutti gli elementi accennati poco sopra lo rese una piccola perla videoludica, tanto che, a quasi 3 anni di distanza, il secondo capitolo ha portato con sè tanta aspettativa.

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Diamoci sotto col 2!

Hotline Miami 2 ha inizio con un prologo piuttosto crudo, terminato con un atto violento e brutale di cui non vi voglio dire niente, ma, personalmente, ci sono rimasto. Con queste premesse era lecito attendersi un altro titolone. I primi livelli sono subito tosti, forse troppo. Insomma è come se il gioco desse per scontato che abbiamo giocato al primo episodio e ci dicesse: “vediamo ora come te la cavi”. Già dall’inizio infatti troveremo edifici con pareti a vetro dai quali i nemici ci possono vedere e correre incontro per ammazzarci; oppure basterà entrare in un nuovo salone per essere attaccati all’istante. Impegnativo. Noto anche cose carine da subito che nel precedente gioco non c’erano, come la maggiore interazione con l’ambiente circostante. Basti pensare alla possibilità di nascondersi dietro a delle librerie scorrevoli che possiamo far scorrere sul serio. Bella chicca.

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E io che volevo il Betamax…

Di pari passo va anche una maggiore strutturazione del gioco che è diviso in 6 atti complessivi, per un totale di 24 scene più prologo ed epilogo. Le scene però questa volta vengono “raccolte” in delle VHS che rappresentano appunto gli atti di cui parlavo. Davvero ben studiata come idea, tant’è che all’inizio, mettendo pausa, mi sembrava ci fosse qualche bug grafico, qualche disturbo che in realtà era una bellissima simulazione del nastro della videocassetta che faceva scattare l’immagine stoppando il gioco, come se avessi messo pausa sul videoregistratore. Graficamente parlando, anche con queste innovazioni, il gioco è ineccepibile, come il primo.

Tornando al gameplay, anche questo ricalca il suo predecessore, con stanze e piani da ripulire, armi da sbloccare e voto con punteggio finale una volta terminato il livello. Meccaniche quindi rimaste identiche. Stesso dicasi per i comandi. Avendo giocato il titolo su Steam con pad della 360, con RB si spara o si menano pugni e stilettate, con LB si lancia via l’arma e se ne impugna una nuova; bilanciando LT e RT ci si può guardare intorno con più profondità per scorgere nemici nei paraggi e prendere la mira o lockare i bersagli per poi sparargli a colpo sicuro; con A infine si esegue qualche nuova mossa tipo la capriola, a seconda del personaggio. Stop.

Quanti personaggi!

Qui troviamo forse le innovazioni più significative. In Wrong Number possiamo controllare dei personaggi con abilità un po’ diverse rispetto al primo capitolo. Abbiamo infatti quello che non vuole usare la violenza e tramortisce soltanto i nemici; quello che usa solo i pugni (devastanti); quello che fa la capriola; quello che usa sia armi da taglio che da fuoco switchabili tramite LB da pad; quello che usa una coppia di mitragliatori insieme e può mettersi in T position ruotando su se stesso per far piovere pallottole a 360°. Possiamo anche comandare una coppia in cui uno spara, rendendosi utile per attirare i nemici, mentre l’altro utilizza la sega per squartare i malcapitati che accorrono.

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Inoltre dopo alcuni livelli si capisce che la trama ha 4 filoni narrativi che poi si modificano, forse si intrecciano e si ampliano susseguendosi su periodi temporali diversi: tra questi spiccano alcuni personaggi come il detective, il giornalista, il mafioso russo, i ragazzi con le maschere da tigre, oca, maiale, gallina, ecc. E’ un’ottima cosa. Pare insomma che i Dennaton Games si siano sforzati anche a livello di storytelling e relativi intrecci.
L’esaltazione arriva, soprattutto nella fase iniziale del gioco, ma poi tutto tende a confondersi. Comincia a non esserci più quel senso di novità e tutto si appiatisce. Ci si abitua presto alle (poche) novità che si pensa vadano crescendo nei livelli successivi, ma si rimane delusi.

Si storce un po’ il naso

Eh sì, perchè l’inizio è piuttosto scoppiettante, ma poi se si va ad analizzare per bene, notiamo che manca varietà nei nemici a parte rari casi. Si ha la sensazione che, pur essendoci scenari diversi, questi cambino poco tra loro e -lacuna forse ancora più grossa- mancano dei veri e propri boss. Nel primo HotLine è impossibile non ricordare il tizio con il casco da moto e la mazza, la stanza con le tigri o il tipo seduto sulla sedia che inizia a sparare a 360 gradi; e te li ricordi per il quantitativo di bestemmie che ci hai speso per buttarli giù. In Wrong Number non ce n’è uno che sia degno di nota, in nessuna scena.
La trama invece sembra essere comprensibile a tratti, soprattutto quando si concentra sul detective, il carcerato e il reporter, ma quando pensi di aver trovato il bandolo della matassa..ecco che giunge il finale che non ho capito assolutamente. Allo stesso modo mi domando perchè il logo del gioco, un cerchio con 3 strisce che lo attraversano trasversalmente, presente sulla confezione della limited e icona stessa del gioco, quando viene richiamato graficamente e attraverso dei dialoghi in game, poi non venga minimamente spiegato.
Oltre questi punti, vorrei segnalare altri due aspetti negativi rilevanti: il primo è il fatto che c’è un grado di frustrazione molto più elevato in alcuni livelli iniziali rispetto ai successivi o alle battute finali quando invece sarebbe logico aspettarsi nemici e situazioni assai più ostiche man mano che si prosegue (quindi un grado di difficoltà gestito un po’ male), il secondo invece sono i bug che ho trovato giocando. Capiterà molte volte di trovare nemici che impazziscono e si muovono male, oppure cani che iniziano a girare su se stessi senza fermarsi, o gente che rimane incastrata fuori dalle porte che non si riesce a fare fuori.

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Speranze che rimangono lì

Per completare il gioco ho impiegato più ore del primo capitolo (15 contro le 11 del primo), questo perchè mi ostinavo a fare alcuni livelli come volevo io, pur essendoci molti modi diversi per affrontare ogni piano (e questo è molto positivo). Però, pur essendoci più ore da spendere e sia più strutturato, in questo sequel non ci sono scene memorabili da rimanere impresse a lungo nella mente del giocatore, al contrario del primo. Insomma, per assurdo da Wrong Number ci si sarebbe aspettato qualcosa di molto più grande da affrontare, oppure più varietà di situazioni, un gameplay che magari introducesse nuove meccaniche, forse osando un po’ di più per non farlo sembrare una gigantesca espansione del predene gioco, come invece appare. Si ha una sensazione di: “si poteva fare ed esagerare di più”. Personalmente avrei gridato al miracolo e avrei eretto statue ai Dennaton Games se avessero introdotto la modalità multiplayer sia competitiva, che, soprattutto, cooperativa! Immaginatevi il multiplayer cooperativo online o in locale con 1 amico! Sarebbe stato un modo per aumentare la longevità del gioco che invece così, dopo averlo finito, si perderà. Lo rigiocherei per migliorare certi miei punteggi nei livelli ed ottenere una A o una B anzichè la C, ora che so come sono fatti, ma dopo il finale mi è un po’ calata la voglia. Non si capisce. Non capisco dove la trama volesse andare a parare e la cosa mi ha lasciato senza forze. Anche la colonna sonora, pur rimanendo epica (avercene di tracce così in altri giochi!), non è ai livelli del primo capitolo secondo me, dove venivi investito da un turbine di suoni che ti facevano ascoltare e riascoltare tutte le canzoni in loop sia a casa che a lavoro. Ti mandava in botta completa.

Stringi stringi

HotLine Miami 2: Wrong Number è un bel gioco e va giocato assolutamente, soprattutto se il primo vi era piaciuto di brutto come al sottoscritto, però rimane qualcosa di incompiuto a mio modo di vedere. Forse sarò pignolo io, ma dall’ottobre del 2012 ad oggi, con una grafica che è rimasta quella di quasi 3 anni fa, si sarebbe potuto fare sicuramente di più e le modalità multiplayer sarebbero state quel surplus per avere nuovamente un gioco da urlo. Così non è stato. Se al primo capitolo avrei dato tranquillamente un 8/8.5, a questo do un

7.5

Un articolo di gog3

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piace scegliere le vie difficili, difatti sono un grafico in Italia. Le cose si sono ulteriormente complicate quando Er Pupo mi ha chiamato per chiedermi se volevo unirmi alla banda dei Castori. In peggio. Spero, tramite le cose che scrivo e scriverò qui di incrementare l’odio che le persone hanno nei miei confronti. ODIATEMI, anche perchè uso le X al posto delle Z, ma cercherò di non farlo.

03 Aprile 2015
Categoria: Comics, Review

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