Murdered:Soul Suspect
E’ dal suo annuncio che lo bramo. La promo da Koch Media è arrivata insieme a PS4 ma ho dovuto recensire un altro gioco prima di buttarmi su Murdered:Soul Suspect.
Ma arrivò il giorno.
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Sei Morto
Se avete seguito gli aggiornamenti nell’arco di tempo che ha separato l’annuncio di Murdered dal day one dovreste sapere che il gioco inizia con la morte del protagonista. Il fatto però non fa da preludio ad eventi passati raccontati dal personaggio principale, tanto meno ad un racconto à la “Irreversible” (a quando una cosa del genere in ambito videogiocoso?? ndEr`Pupo).
Ronan O’ Connor era un investigatore del dipartimento di polizia di Salem, morto durante uno scontro con il serial killer che terrorizza la famosa cittadina del Massachusetts da qualche anno. Anche da morto Ronan è costretto a continuare il lavoro lasciato in sospeso da vivo ma per un ectoplasma le regole del gioco cambiano.
Nessuno lo vede, nessuno può parlarci e soprattutto non può usare oggetti, eccezion fatta per quella che sarebbe l’invenzione del secolo: una sigaretta fantasma infinita. Le armi a sua disposizione sono tutte quelle “abilità” che chi guarda programmi come Ghost Hunter, Haunted et simila conosce molto bene: attraversare muri, disturbare apparecchi elettronici e possedere i vivi (in senso biblico? :V ndTMO) per leggerne e influenzarne pensieri e azioni, o per usarne i sensi. Quest’ultima abilità è il fulcro del concept di Murdred, che affiancata alle doti da investigatore di Ronan vi accompagnerà a zonzo per una Salem sospesa tra presente e passato, rivisitandone i fatti che la resero famosa alla fine del 1600.
Esplorazione, Osservazione e Memoria
Esplorare la città di Salem alla ricerca di indizi da combinare e/o tenere a mente per seguire la pista giusta occupa il 90% del tempo. Raccogliere prove e testimonianze per poi mettere insieme i pezzi del puzzle al momento opportuno è l’anima del gioco, con diverse meccaniche ispirate a quelle offerte da altri titoli del genere ma intelligentemente adattate alle ben diverse circostanze. Le indagini si fanno un filo più articolate e interessanti col passare del tempo, ma mai così complesse da perderci più di qualche minuto anche a causa di un’interazione con oggetti e prove (giustamente, non si possono toccare! :V ndTMO) pressocchè inesistente: le dinamiche investigative ruotano tutte sullo spirito di osservazione con colpo d’occhio al dettaglio. Le stesse meccaniche vengono proposte per le poche investigazioni alternative alla storia principale.
La maggior parte delle ampie location propongono una sola indagine da risolvere nonostante siano completamente esplorabili, ma perlustrarle a fondo è utile a scoprire i dettagli della vita di Ronan e della storia di Salem. Questi elementi sono esposti come semplici collezionabili (più di 200), anche se intrecciandoli alla trama principale tutta la storia ne guadagna in spessore, ed è un sistema narrativo che ho sempre gradito moltissimo. Inoltre, impegnarsi a cercare “pezzi di storia” aumenta parecchio la longevità del titolo, che spogliata di questi dettagli non arriva alle 6 ore.
Il restante 5% è azione stealth in salsa ectoplasmica. I pochi pericoli demoniaci incontrati da Ronan possono essere elusi tramite nascondigli paranormali o attaccati alle spalle, sfruttando in qualche occasione un solo elemento ambientale per distrarli: corvi fantasma. Sfortunatamente queste dinamiche richiedono un impegno degno di nota solo nelle ultimissime fasi di gioco. Un bilanciamento migliore avrebbe giovato a tutta l’esperienza, è palese che la volontà di Airtight Games sia quella di conquistare il giocatore con le meccaniche dell’esplorazione paranormale. Infatti, nonostante gli omicidi, non c’è l’ ombra di un arma dall’ inizio fino ai titoli di coda.
60 fps a 1080p
Cari esteti, non esultate.
Sì, la versione PS4 di Murdered gira a 60 frame al secondo e ad una risoluzione di 1080p, con un framerate tutt’altro che stabile. I mirabolanti 60 fps reggono finchè non compaiono parecchi elementi a schermo ed in quei momenti si arriva anche a 40, un pò come succedeva ad infamous 2 su Ps3, per esempio. Fortunatamente la natura del gioco fa si che il gameplay non ne risenta.
Ad impatto visivo rende bene, o quantomeno è in linea con quello che propongono i giochi cross gen per console di nuova generazione. Quello che stona un po’ con la pulizia e la definizione delle sessioni in-game sono le cutscene palesemente registrate ad risoluzione più bassa, con effetti che potete ben immaginare. Nel complesso resta godibile.
Trattando il paranormale le vicende non potevano che svolgersi di notte, condizione perfetta per la ricostruzione dark del famoso insediamento coloniale.
Cadavere Fresco
Come detto all’inizio, Murdered:Soul Suspect l’ho aspettato tanto perchè rientra in quell’insieme di genere che amo particolarmente. Esplorare, investigare e ingegnarsi, anche se in modo blando (come in questo caso). Il gioco contiene altre due cose che fanno parte delle mie passioni: storia e paranormale. Di più non avrei potuto chiedere.
Il gameplay e le rispettive meccaniche sono fresche, e si addicono perfettamente ad un concept tipicamente orientale. Ma Airtight Games orientale non è, e Murdered ne paga pegno. Lo fa non tanto nell’estrema linearità di storia e puzzle, quanto nel piattume emozionale causato da mancanza di colpi di scena e sonoro. Oltre al decente doppiaggio e le urla dei demoni al loro apparire, non ci sono OST, rumori ambientali o background musicali d’atmosfera. La storia , seppur coinvolgente, manca di pathos e offre spunti interessanti solo a tratti, con un finale che cerca di redimere questi difetti riuscendoci solo in parte.
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