Dead Island: Epidemic Beta
Non avevo mai giocato a niente che appartenesse alla serie di Dead Island prima d’ora, complice (credo) il fatto che la zombaggine viene proposta piuttosto spesso, ultimamente. Con la beta di Dead Island: Epidemic (abbreviato eloquentemente con DI:E), ho potuto quindi finalmente vedere da vicino il setting tropicale che la serie ha sempre sfoggiato. In poche parole con DI:E, la serie ha subito il “DOTA treatment”.
Sull’isola di Amaia (anch’essa, a quanto pare, parte dell’arcipelago di Banoi in cui sono ambientati gli altri titoli della serie) John Sinamoi si è rifugiato dopo essere sopravvissuto al massacro zombie di Banoi. All’inzio credeva di essere al sicuro ma poco gli è bastato per scoprire che anche in quest’isola si era diffuso il virus che trasformava gli uomini in zombie. Diversamente dal solito, sembrava che mentre per alcuni, questo virus aveva agito come al solito, per altri è servito solo a mutarne l’aspetto: la mente era rimasta intatta. E sono questi semi-zombie i personaggi che noi andremo ad interpretare una volta cominciato il gioco.
Un prologo giocabile ci introduce a quello che è l’universo di gioco e alle meccaniche che lo regolano. Non sono esperto di MOBA (Multiplayer Online Battle Arena – come DOTA o League of Legends) per cui potrei esprimermi in maniera superbanale.
Partendo dalle basi degli hack ‘n’ slash, DI:E non è sicuramente un RPG o, almeno, non lo è nella sua accezione più classica: le partite da 20-30 minuti, l’assenza di loot dall’uccisione degli zombie (o degli avversari nelle battaglie PvP) e di uno “skill tree” da poter costruire durante una partita, lo allontanano da questa categoria. Le due modalità di gioco attualmente presenti variano attorno alla conquista e alla difesa di checkpoints in una data mappa e si distinguono in:
- Horde mode: una modalità co-op a 4 giocatori che combattono da soli contro le orde di zombie per la conquista dei checkpoints. Una partita in media dura 10-15 minuti e sicuramente rappresenta un buon modo per prendere dimestichezza con il gameplay.
- Scavenger: una modalità PvP a 3 squadre composte da 4 giocatori ciascuna che si contendono i checkpoints di una mappa, con l’obiettivo di raccogliere quante più risorse possibile nel minor tempo possibile e depositarle in un punto di raccolta. La lunghezza di una partita in questa modalità varia a seconda della bravura dei giocatori e, se si è interessati alla competizione diretta, è sicuramente più divertente da giocare dell’Horde mode.
Così come in altri MOBA si hanno a disposizione diversi personaggi (alcuni fin da subito altri da sbloccare comprandoli con i punti accumulati in game) che hanno diverse caratteristiche. Grazie al matchmaking, se non si hanno amici specifici con i quali giocare, probabilmente non si dovrà mai avere la preoccupazione di finire in un gruppo mal equilibrato. Prima di ogni partita si potrà scegliere l’equipaggiamento e le skill (quattro) da voler utilizzare per la partita. Il livello dei personaggi durante le partite non corrisponde al loro livello “effettivo”, che aumenterà solo grazie ai punti esperienza ricevuti a conclusione delle stesse. L’avanzamento di livello “effettivo” è quello che permetterà effettivamente di avere più skill con le quali personalizzare il proprio personaggio. Anche le armi dei nostri personaggi, che potranno inoltre essere comprate o costruite accedendo alle rispettive sezioni specifiche del menu principale (The Crib), presentano un avanzamento di livello.
Attualmente in beta, il gioco, pur funzionando e risultando comunque divertente, mi ha lasciato troppo spesso in balia di una certa macchinosità . Ad esempio ci ho messo un po’ a capire che un personaggio può cambiare il proprio equipaggiamento solo dopo essere entrato in una delle lobby specifiche per le due diverse modalità di gioco e non prima. Bisogna forse perdere un po’ di tempo a capire e scegliere l’equipaggiamento più consono al tipo di combattimento che ci si addice e, a meno che non l’abbia visto, non c’è (ancora?) un modo per paragonare le caratteristiche delle armi. In game ci si muove con i tasti WASD, mentre è con il mouse che si fa tutto il resto. Al tasto sinistro e al tasto destro sono legati rispettivamente l’attacco principale e quello secondario dell’arma che si ha in quel momento in pugno. Pur avendo delle shortcut per le mosse speciali, durante l’avanzamento di livello è col mouse che bisogna andare a cliccare sul ‘+’ che ne aumenta la potenza. Questa cosa mi è risultata abbastanza scomoda, seppur plausibile, dal momento che ti costringe a riconoscere e sfruttare i tempi morti nei quali volare con il cursore sulla mossa che ci interessa potenziare.
Insomma pur non amando il genere MOBA, quindi potrei parlare a sproposito, mi viene da dire che probabilmente le scelte di design prese in considerazione dagli sviluppatori di DI:E non sono del tutto campate in aria. Tralasciando la macchinosità (probabilmente plausibile, trattandosi di una beta) relativa a certe sezioni di gioco (tra le quali quella del menu principale), riesco a rimanere un po’ curioso sul suo sviluppo, soprattutto se considero che si tratta di un free to play :V
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