Time Gentlemen, Please!
Pochi giorni fa c’eravamo lasciati con le vicende dei due londinesi Ben Ward e Dan Marshall, nell’insolita quanto divertentissima avventura “multidimensionale” Ben There, Dan That!
Se non l’avete fatto ancora, quindi, correte a leggerla e occhio che in questa qui ci saranno per forza di cose degli spoiler, trattandosi del seguito.
Questione di feeling
Giocare a Time Gentlemen, Please!, sequel di Ben There, Dan That! è come reincontrare dei vecchi amici. Il fatto che io abbia giocato i due titoli di fila non ha impedito che questa sensazione arrivasse e quindi credo voglia dire che questa sensazione sia più che genuina.
Ci eravamo lasciati con Ben e Dan che, trovata finalmente la chiave per tornare al loro appartamento, scoprono di non essere stati effettivamente rapiti da degli alieni, ma da loro stessi nel futuro. I Ben e Dan del futuro sono diventati dei dittatori che hanno assoggettato l’umanità e attuato loro un lavaggio del cervello dopo aver diffuso un gioco chiamato “Hello World!”. Solo che, nei continui salti nel tempo, non si sono accorti di essere caduti in un paradosso e quindi destinati a sparire dalla linea del tempo. Dittatori o meno, sono pur sempre Ben e Dan…
A rimanere, quindi, nel presente sono i Ben e Dan che conosciamo bene, quelli bontemponi e di Magnum P.I. e che ora devono trovare un modo per fermare i loro futuri sé dal conquistare il mondo e riportare il presente a quello a cui erano abituati. Come? Semplice: siccome tutto è cominciato quando hanno provato a creare un’antenna con una gruccia per i vestiti, basta tornare indietro nel tempo e impedire che le grucce vengano inventate!
Come prevedibile, il loro viaggio nel tempo non inizia nel migliore dei modi:
Nell’immagine si possono notare, da sinistra a destra: simboli di grucce stampati su lunghi stendardi al posto delle svastiche, dinosauri nazisti che tengono prigionieri Ben e Dan al cospetto di un buffissimo Hitler che troneggia in piedi sul suo gigantesco robot.
Hitler e il suo esercito di dinosauri sono alla ricerca della Gruccia Dorata del Male (Golden Coathanger of Doom), che gli permetterà di prendere possesso del mondo. Impossibilitati a fare diversamente, i nostri due eroi sono costretti alla prigione. Nella loro cella sita in un Big Ben di Londra conquistato dai nazisti, saranno capaci di aprire un buco spazio temporale (cosa che interesserà molto Hitler) nella speranza di salvarsi. La cella, così, divisa in 2 tra passato e presente diventa il luogo dove comincerà effettivamente la nuova avventura del duo britannico.
Lungo il gioco si potrà constatare quanto tutta questa faccenda dei viaggi nel tempo sia sfuggita di mano ai nostri due eroi. Ci capiterà di scoprire che in questa linea del tempo, Star Wars è stato scritto e diretto da Ed Wood
Oppure constateremo che una discoteca nella preistoria, non sarebbe stata poi molto diversa da quella del ventesimo secolo. Però, ammettiamolo, quale altro gioco ti permette di provarci con una donna della caverne (e venire rifiutato)?
Time Gentlemen, Please! è la prima avventura punta e clicca sviluppata con Adventure Game Studio a finire su Steam su cui si può trovare (oltre che su GOG e sul sito ufficiale di Size Five Games) in un comodo bundle che contiene tutti e due i capitoli della serie.
Rinnovato ma non trasformato
Il gioco è molto cresciuto rispetto al titolo immediatamente precedente. Non tanto dal punto di vista stilistico, dove comunque sono presenti esilaranti e gradevoli modifiche (risoluzione a 800×600; i personaggi hanno molteplici espressioni facciali che vengono fuori spesso durante i dialoghi; un uso realistico della pioggia e l’introduzione di una sorta di “particle system”), quanto nel plot, il gioco è di gran lunga più vasto. Se all’inizio sembrava aver perso quella cura infinitesimale dei dialoghi, man mano che si va avanti, tra passato e futuro, si può capire quanto invece sia raddoppiata la mole di gag, di riferimenti alla cultura LucasFilm\LucasArts-iana e a film culto degli anni ’80-’90, di battute pesanti e irriverenti verso qualsiasi persona o cosa possibile ed immaginabile.
Ovviamente tutto questo implica anche che i puzzle sono aumentati e alcuni risultano essere anche abbastanza complicati. Il mio consiglio spassionato è quello di guardarsi sempre, SEMPRE intorno e ricordare pressocché tutto quello che si è visto in giro, dal momento che si dovrà pescare spesso e volentieri nella memoria per capire come agire. Come in Ben There, Dan That!, guideremo quasi sempre soltanto Ben, ma questa volta anche Dan avrà dei momenti (ebbene sì!) in cui dovrà finalmente tirare fuori l’avventuriero che è in lui (oltretutto, dice di essersi allenato parecchio tra il primo ed il secondo capitolo ad unire oggetti come solo un vero avventuriero fa). Per tutto il resto del tempo, poi, sarà un ottimo sidekick con cui potremo parlare quando non ricorderemo più a che punto siamo e cosa dobbiamo fare.
In pieno spirito Indiana Jones, quasi da subito nel gioco, si avrà la possibilità di scegliere che tipo di gioco si vuole portare avanti, se usando il cervello, i pugni, il lavoro di squadra o lo “stealth”. Io sono andato per lo stealth e la scelta mi è stata spesso e volentieri rinfacciata dai personaggi
La grande quantità di location in cui è possibile muoversi è estremamente facilitata da una mappa intelligentemente progettata, che ci permetterà non solo di muoverci all’interno delle varie aree di gioco ma anche all’interno di singole sezioni delle stesse, quando possibile.
Due parole sulla serie e il voto complessivo
Le avventure di Ben e Dan sono l’ennesimo esempio di come, a volte, un qualsivoglia limite (sia esso grafico, sia esso tecnico) possa rappresentare non un punto di svantaggio, ma di vantaggio per produrre qualcosa di saldo e divertente. Certo tutto è soggetto al gusto personale, ma se pensate che i due sviluppatori hanno concepito la maggior parte delle cose che succedono nelle loro avventure dopo numerose pinte al pub, non si può dubitare della naturalezza con la quale le loro storie ci vengono proposte. I puzzle a volte possono essere difficili e può capitare di pensare: “No, vabbè… Mica funzionerà se faccio così?” e scoprire che poi è davvero così.
Però quello che si crea tra noi giocatori e i personaggi di Ben e Dan ritengo sia un legame raro da trovare nei videogiochi e, indipendentemente da tutto, la trovo una cosa estremamente postiva. Se dopo un po’ ci si abitua al continuo flusso di humor e nonsense e a ragionare completamente fuori dagli schemi, non per questo le gag diventano prevedibili o forzate. La sensazione che si ha è che, sì, ci sarà sicuramente qualcosa di assurdo che starà per accadere, ma non si vede l’ora di scoprire cosa. Per cui, non possiamo fare a meno di lasciarci con quest’ultima immagine, di cui è facile riconoscerne il soggetto (soprattutto leggendo le azioni):
Se, quindi, siete degli appassionati di giochi d’avventura punta e clicca, dovete assolutamente giocare le avventure di Ben e Dan. Se non lo siete, lo dovete fare lo stesso perché potrebbero appassionarvi al genere. L’opera omnia attualmente in circolazione è fruibile davvero a quattro spiccioli (circa 4€) e spesso e volentieri viene inserita in numerosi bundle, per cui non ci sono davvero molte scuse. Inoltre, non dimenticate di avvisare Dan Marshall e Ben Ward di quanto vi siano piaciute le loro avventure.
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