The Amazing Spiderman
Mi capita spesso di guardare il mio monumentale Backlog e di prendere in considerazione l’idea di giocare un gioco a caso, sopratutto quelli che sono finiti sullo scaffale per motivi non meglio precisati che vanno dall’ acquisto compulsivo all’ ubriachezza.
Uno di questi è stato ultimamente Amanzing Spiderman, un titolo che ha parecchio tempo sul groppone ed è uscito da qualche mese anche in edizione PSVita. Avendo giocato fino a metà l’edizione per Xbox360 è stato molto interessante riprendere il discorso sul portatile Sony, sopratutto per capire se ci fossero degli adattamenti particolari o aggiunte interessanti.
Ebbene è lo stesso identico gioco. Uguale. Stesse mosse, stessi dialoghi, stessi contenuti.
E’ come se avessero preso l’edizione PC, impostato il dettaglio minimo e fatta girare su PSvita (quindi niente di quello che vedete nel trailer qua sotto).
Infatti il problema principale del titolo è proprio questo, cioè la totale assenza di adattamento o sfruttamento delle risorse della macchina, sicuramente capace di tirare fuori giochi decisamente migliori sotto il profilo tecnico (Killzone, Tearaway, ne parlaremo nei prossimi giorni infatti) ed assolutamente non più ad una risoluzione minore di quella di sistema.
Pixel grossi come una casa insomma, un peccato perchè i modelli poligonali nonostante siano impostati su un dettaglio inferiore rispetto sia alla versione console che quella PC risultano un bel vedere. Parecchi errori e glitch del gioco sembrano imputati proprio all’ essenza di qualsiasi tipo di ottimizzazione.
Una specie di porting Copia e Incolla che mi ha fatto capire come la maggior parte del divertimento dell’ edizione “da casa” venisse proprio dalla spettacolarità dell’ azione più che dal gameplay.
Infatti in questo caso ho cercato di focalizzare tutta l’attenzione proprio sulla parte giocata, che è intatta, e rimane un pò scialba e ripetitiva; si tratta di andare in free roaming totale per le strade ed grattacieli di Manhattan a fare le seguenti cose: Prendere a cazzotti malviventi (sempre gli stessi), Prendere a cazzotti gente sui tetti (sempre la stessa), raccogliere cose (che non servono a nulla se non ad alcuni unlock inutili), entrare nei laboratori (figo la prima volta, poi è sempre uguale, tanto sono solo 3 o 4), boss battle ed evitare droni (bellissimo, sopratutto il secondo boss “titanico”). Le missioni secondarie, praticamente un andare dal punto A al punto B in continuazione sono una vera noia e purtroppo sono le più numerose. I capitoli di gioco sono giusti e non fanno sembrare l’esperienza di gioco troppo lunga se affrontati velocemente. Peccato perchè alcune trovate stealth erano simpatiche, il sistema di combattimento clonato dai Batman di Rocksteady pure, ed lagestione dell’ amico aracnideo è di una semplicità ed immediatezza che fa quasi rimpiangere il fatto che alla fine tutte queste belle idee si ritrovano in un gioco forse un pò vuoto.
Come Manhattan.
Peccato!
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