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Nel vocabolario dialettale napoletano c’è una parola, “tomo”, che secondo me (come credo capiti di pensare a chiunque parli un dialetto imparato principalmente vivendolo, ascoltandolo e praticandolo) non ha un effettivo corrispettivo nella lingua italiana e, oltretutto, credo assuma spesso significati diversi a seconda del contesto, della sua posizione nella frase e del modo in cui viene pronunciata. Però diciamo che significa “strano”, tipo: “Ehi, guarda com’è strano quel tipo!”.

O più semplicemente ancora:

Guardate le facce dei personaggi: sono stupende. “Tome” in senso buono.

Storiella

Una nave carica di amici (non a caso, infatti, si tratta della “S.S. Friendship”) capitanati da Hatty Hattington, che risulta essere “il migliore amico di tutti” (o anche “il più tomo di tutti”, NdR), viene travolta da una tempesta e naufraga finendo a ridosso di un’isola apparentemente disabitata. Poco lontano dalla costa c’è un teatro in rovina. Siamo soli e degli altri amici non c’è traccia, quindi meglio ripararsi lì. Poco ci si impiega per capire cosa stia succedendo. Tutti i nostri amici sono tenuti prigionieri in questo teatro gestito unicamente da gatti e costretti a dover divertire un pubblico felino superando ostacoli e peripezie su un palcoscenico. Misteriosamente dietro tutto questo c’è il nostro più grande amico di sempre, Hatty! Però non è possibile che sia lui! Ci dev’essere qualcosa che non va, visto che ha un cappello a cilindro che brilla di rosso e “tutti sanno che gli oggetti che brillano di luce rossa non sono mai buoni”.

Gameplay

Il gioco, quindi, è costituito da una serie di livelli divertenti e intelligenti ambientati su un palcoscenico in cui (da soli o in compagnia) la nostra missione è di raccogliere gemme e gomitoli di lana da spendere in cambio di armi e della libertà dei nostri amici (che diventeranno “skin sbloccabili”). Ad ogni nostra performance, il pubblico prontamente applaudirà per ogni azione particolare (incluso trollare il proprio alleato o morire a causa della propria stupidità).

Dal momento che ogni giocatore collezionerà singolarmente un numero di gemme e gomitoli, tra un livello e l’altro sarà possibile scambiare con il proprio alleato armi, gemme, gomitoli e skin in quello che risulta essere una sorta di mercatino del baratto.

Non ho mai giocato molti giochi recenti del genere, ammetto, ma l’indice di divertimento “spassionato” che fornisce questo titolo è notevole.

Avendo giocato sia da solo che in modalità cooperativa, nei livelli si possono notare delle differenze che rendono decisamente più divertente e toma la seconda. Oltretutto, è divertente mettersi i bastoni fra le ruote a vicenda mentre i personaggi rimangono espressivamente impassibili, anche quando esplodono, affogano, bruciano, finiscono folgorati a causa della propria stupidità o dell’altrui cattiveria gratuita.

Battleblock Theater non manca nemmeno di un’Arena, nella quale è possibile prendere parte a diversi tipi di gioco multiplayer, che vanno dalla semplice sfida di velocità alla modalità Soul Snatcher in cui fa più punti chi trattiene più a lungo l’anima dell’avversario una volta che l’ha messo KO.x

Considerazioni finali

Personalmente, trovo che la “tomità” nei videogiochi sia estremamente divertente. Accanto a Grafica, Giocabilità, Storia, ecc. ci dovrebbe andare anche Tomità. E’ un valore aggiunto e non molti riescono a padroneggiarla. Battleblock Theater ci riesce perfettamente, così come forse tutti i titoli di The Behemoth (già autori di Castle Crashers e Alien Hominid).

Quindi, che dire, se hai voglia di una bella dose di tomità, di divertimento spassionato e intelligente condito con grafica gradevolissima e gameplay “liscio”, senza particolari intoppi, Battleblock Theater potrebbe fare la gioia tua e di tutti i tuoi amici con i quali magari giochi solo a Fifa.

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